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Museo di storia naturale, i sostenitori di Faido non mollano

In un documento contestano le osservazioni fornite dal Cantone che hanno indotto il Consiglio di Stato a scartare la località medio leventinese

L'eventuale sede sarebbe di fronte alla stazione (Ti-Press)
14 marzo 2021
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Non intendono assolutamente mollare la presa i promotori di Faido quale nuova sede del Museo cantonale di storia naturale. In un documento contestano diverse osservazioni fornite dal Cantone alla Commissione della gestione del Gran Consiglio nelle quali si evidenziano i punti deboli della località della Media Leventina rispetto a Locarno. Stando ai sostenitori di Faido, i dati forniti per confrontare le due sedi evidenziano “molte omissioni, dati non verificati, affermazioni strumentali”.

Ricordiamo che un rapporto di fine 2017 della Sezione cantonale della logistica – che aveva paragonato le 9 candidature ricevute in base alle valutazioni di un rapporto commissionato alla studio di architettura Guscetti di Minusio – aveva posto in prima posizione Locarno quale sede ideale per il nuovo Museo di storia naturale. Faido era invece arrivata solo quinta, preceduta da Losone, Bellinzona e Lugano. I motivi per i quali la località della Media Leventina è stata scartata sono quindi stati precisati dal Consiglio di Stato nel 2017 e poi ribaditi a inizio marzo alla Gestione che dovrà esprimersi su questo dossier e più precisamente sul credito di progettazione di 9,5 milioni di franchi per l’adattamento del comparto di Santa Caterina a Locarno e su una mozione sottoscritta da 27 deputati che chiede invece di eseguire uno studio comparativo approfondito fra la città sul Verbano e Faido.

Possibilità di realizzare posteggi

Un primo elemento che secondo il Cantone penalizza Faido è il fatto che i gli ex alberghi Suisse e Milano sono discosti dal centro. Dal canto loro, i promotori affermano che l’eventuale sede del ‘Museo nella natura’ si situerà “di fronte alla stazione ferroviaria e con un accesso veloce via strada”. In quest’ambito il Consiglio di Stato rilevava poi che a Faido non è prevista la realizzazione di parcheggi, mentre a Locarno vi sono diversi autosili a disposizione. Innanzitutto, sottolineano i sostenitori, non si può pretendere che si pensi a pianificare posteggi “tanto per il piacere di farlo”. Ma nel caso dovesse essere necessario, a Faido “c’è un enorme spiazzo davanti ai due ex alberghi e a 5 minuti a piedi un grande prato dove sorgevano le baracche dell’Alptransit e dove senza problemi in relazione all’arrivo del Museo potrebbe venir creato un posteggio”. Per il governo cantonale a Faido non vi sarebbe un problema di sovraccarico del traffico indotto, e questo nemmeno a Locarno: “Se macchine e pullman che portano le persone che vogliono visitare il Museo devono andare negli autosili dovranno entrare forzatamente in un centro città già molto intasato”, sostengono da parte loro i promotori della località medio leventinese.

Treni a cadenza oraria

Per quanto riguarda invece i mezzi pubblici, l’esecutivo ha indicato che i collegamenti da e per Faido sono pochi e che i tempi di percorrenza sono lunghi. Più precisamente vi sono collegamenti diretti ogni ora, “un ritmo che può certamente soddisfare le esigenze di chi si sposta per andare a visitare un museo”, si legge nel documento. A ciò va poi aggiunto che dallo scorso dicembre la linea panoramica del Gottardo viene gestita e promossa dalla Südostbahn che collega la Svizzera tedesca (corse alternate da Basilea, Lucerna e Zurigo) al Ticino (sino al 5 aprile fino a Bellinzona e in seguito fino a Locarno), fermandosi anche a Faido. Infatti, “i ‘tempi lunghi di percorrenza’ si riferiscono al solo pubblico ticinese, ma il museo deve avere una valenza nazionale e quindi il pubblico di riferimento dev’essere quello proveniente da tutta la Svizzera e dalle zone limitrofe italiane”. Faido è poi anche inserito in un contesto di mobilità lenta: “Il percorso pedonale dal San Gottardo/Airolo verso sud è molto frequentato da appassionati della natura, famiglie e scolaresche (che si fermano sovente a soggiornare in zona), ed è molto popolare anche il noleggio di biciclette per scendere da Airolo”. Insomma, il bacino d’utenza, secondo i promotori di Faido, sarebbe garantito. Stando al Cantone, Locarno avrebbe tuttavia un bacino d’utenza maggiore anche grazie ai turisti che si recano nella regione ad esempio per il Festival del film o i concerti in Piazza Grande. “Tutto da provare che il pubblico che si trova in una città per andare a un concerto rock o vedere un film visiti poi anche un Museo di storia naturale”, commentano i sostenitori della località medio leventinese.

Sinergie anche in Leventina

Il Cantone ha poi più volte ribadito che Locarno garantisce, fra l’altro, la possibilità di messa in rete con istituzioni affini come le Isole di Brissago, l’Istituto federale di meteorologia o le Bolle di Magadino. Ma anche a Faido la lista delle sinergie “può essere molto lunga”. I promotori citano ad esempio il Museo nazionale del San Gottardo, il Museo della Leventina, la Casa della sostenibilità ad Airolo (progetto dell’Usi), il Bedretto Lab del Politecnico di Zurigo (studio di geotermica), la Grotta dei Minerali in Val Bedretto e così via.

Infine, secondo il Cantone i due ex alberghi di Faido non sono idonei dal profilo edile-architettonico perché penalizzati da superfici rigide, poco conformi o flessibili alle esigenze della moderna museologia. Osservazioni che secondo i sostenitori di Faido si potrebbero innanzitutto applicare anche al comparto di Santa Caterina. In secondo luogo “anche i due ex alberghi di Faido hanno terreni adiacenti che permetterebbero, se tale fosse l’esigenza, di procedere a una nuova costruzione”. Sul fatto, invece, che il comparto di Locarno sia già di proprietà del Cantone, mentre quello di Faido appartenga a privati, i promotori ricordano che a metà febbraio il Municipio di Faido ha indicato che sarebbe disposto ad acquistare i due edifici che saranno eventualmente “messi a disposizione gratuitamente al Cantone”.

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