Un solo capo di imputazione: incitamento all'insurrezione. Chiesto anche il consenso per invocare il 25esimo emendamento per la rimozione di Donald Trump
I democratici hanno presentato formalmente alla Camera l'articolo per l'impeachment di Donald Trump per aver incoraggiato l'assalto dei suoi manifestanti a Capitol Hill, che ha causato cinque morti e diversi feriti. Il capo di imputazione è uno solo: incitamento all'insurrezione.
Le quattro pagine del documento fanno riferimento alle sue false dichiarazioni di vittoria contro Joe Biden, alle sue pressioni sui dirigenti della Georgia per ribaltare l'esito del voto in quello Stato e il comizio in cui ha incoraggiato i suoi fan ad attaccare Capitol Hill.
I democratici alla Camera hanno inoltre chiesto il consenso per una risoluzione che chiede al vicepresidente Mike Pence di invocare il 25esimo emendamento della costituzione per rimuovere Donald Trump ma le obiezioni dei repubblicani costringono la Camera a metterla al voto domani, come annunciato dalla speaker della Camera Nancy Pelosi.
Dopo l'approvazione, ha spiegato, il vicepresidente Mike Pence avrà 24 ore per rispondere. In caso negativo, ha dichiarato la Pelosi, "come passo successivo, andremo avanti portando in aula il provvedimento di impeachment. La minaccia del presidente all'America è urgente, e quindi lo sarà anche la nostra azione".
L'impeachment di Donald Trump divide gli esperti: può un presidente essere condannato una volta uscito dalla Casa Bianca? Secondo Alan Dershowitz, il giurista trumpiano che The Donald ha chiamato a sé in vista della nuova messa in stato di accusa, è impossibile: "Il Congresso non ha il potere di mettere sotto processo un privato cittadino". Ma non tutti la pensano così.
Collega a Harvard ma di orientamento liberal, Laurence Tribe spiega sul Washington Post che "l'impeachment esiste per proteggerci da future minacce". E se il processo alla Camera comincia mentre l'imputato è in carica, "può certamente continuare dopo le dimissioni o la fine del mandato", osserva Michael Gerhardt della University of North Carolina School of Law. Lo scopo, secondo Akhil Reed Amar di Yale, sarebbe di impedire all'imputato in questione di fare ulteriori danni ricandidandosi per un pubblico ufficio.
Due sono infatti, secondo la Costituzione, le massime pene in caso di colpevolezza: il licenziamento e l'interdizione a vita. Questo secondo aspetto, che impedirebbe una nuova corsa di Trump nel 2024, è il cuore degli interrogativi di questi giorni.
Mancano i precedenti per altri ex presidenti, ma a fine Ottocento l'ex ministro della Guerra William Belknap fu processato dopo le dimissioni. In altri tre casi di giudici federali, nel 1862, 1913 e più di recente nel 2010, il Senato votò l'interdizione a maggioranza semplice, non i due terzi necessari per la rimozione dal pubblico ufficio.
Ma squalificare un presidente da un futuro mandato, a causa della posta in gioco e l'assenza di giurisprudenza, finirebbe comunque quasi certamente davanti alla Corte Suprema.