A far reagire negozianti e politica locale la mancata adesione del Municipio alla proposta di staccare un buono acquisti per le famiglie
Prima c’è stato il ’no’ del Municipio di Chiasso all’idea di mettere sotto l’albero delle famiglie un buono acquisti di 20 franchi. Poi, lunedì, è calato pure il veto del Nazionale alla pigione scontata per le attività commerciali alle prese con la pandemia (che potrebbe subire la stessa sorte agli Stati). Un classico ’uno due’ - pugilisticamente parlando - che potrebbe mettere al tappeto i commercianti della cittadina. La gente di frontiera, però, non si arrende tanto facilmente. Infatti, la reazione tanto della politica locale che di chi opera sul territorio non si è fatta attendere. L’impressione è che si è pronti a fare di tutto per rialzare la testa e non piegarsi alle conseguenze, pesanti, della crisi sanitaria: dall’atto parlamentare (come nel caso del Ppd chiassese) alla raccolta firme lanciata da un gruppo di negozianti, alle stoccate social.
Oltre le vetrine del Corso c’è chi, stavolta, si è arrabbiato sul serio. Ne sa qualcosa il presidente della Società commercianti del Mendrisiotto (Scm) Carlo Coen, il quale ha avvertito forte il bisogno di far sentire la voce della categoria. «In buona sostanza ci siamo visti sbattere la porta in faccia. Le aziende oggi sono in sofferenza, quindi servono aiuti concreti». Da qui la proposta salita dai banchi consiliari di contribuire a rilanciare le sorti dell’economia locale con dei buoni, ma non è andata a buon fine. A quel punto si è deciso di riprovarci? «Il chiaro invito della petizione al Municipio - conferma a ’laRegione’ Coen - è di ripensarci. Anche perché le risorse ci sono e senza sollecitare un nuovo credito».
Quali sono? «Basta riorientare la parte dei 100mila franchi destinati all’iniziativa delle tessere sconto al sostegno dei commerci, e dunque già accantonati - spiega Coen -. A conti fatti, le tessere rientrate sono state 150. A 20 franchi l’una si tratta di 3mila franchi. Ne rimangano inutilizzati 97mila. Di conseguenza facciamo fatica a comprendere i motivi che hanno indotto l’esecutivo a non prendere in considerazione la possibilità di distribuire alla popolazione dei buoni, tra l’altro più semplici da spendere».
Insomma, fra i negozianti di Chiasso ci si aspettava un gesto natalizio. «Del resto - ribadisce il presidente della Scm - sarebbe andato a vantaggio sia dei commerci che dei cittadini. È vero, sin qui si è fatto tanto, a vari livelli - da quello federale a quello comunale, ndr -, ma occorre ancora la vicinanza delle istituzioni. Gli effetti della pandemia non si sono certo esauriti». Così, per farsi sentire si sta pensando di consegnare le sottoscrizioni che saranno raccolte in questi giorni in occasione del prossimo Consiglio comunale, il 14 dicembre.
Dal canto suo l'esecutivo rivendica la sua tempestività e l'impegno nel reagire alle difficoltà dettate dalla pandemia da Covid-19. Il riferimento, evocato più volte, è al credito quadro di 2,1 milioni sull'arco di due anni previsto per dare un po' di ossigeno all'economia chiassese.
La politica comunale, in ogni caso, non sembra proprio intenzionata a restare alla finestra. Di fronte alla bocciatura, di fatto, calata sul progetto di legge che apriva la strada all’opportunità di alleggerire i commerci dalle pigioni per il periodo di confinamento dal Covid-19, la primavera scorsa, Chiasso non ha esitato a rispondere a Berna. I consiglieri comunali del Ppd Patrizia Wasser-Polit hanno subito presentato una mozione. “La decisione - scrivono - potrebbe avere delle conseguenze devastanti per il commercio locale”. Non solo, rincarano, la situazione potrebbe precipitare e le conseguenze essere pesanti “anche in termini occupazionali”.
Giunti a questo punto, rilanciano, “il tempo delle riflessioni è terminato ed è arrivato il momento di agire rapidamente per evitare che nei prossimi mesi si assista a un’ondata di chiusure e fallimenti che non farebbero altro che infliggere alla nostra Chiasso un colpo mortale”. Ci si attende, dunque, un intervento dell’autorità comunale. La richiesta formale? “Attivarsi immediatamente elaborando una strategia a sostegno dei piccoli commerci tramite il riconoscimento di un contributo per il pagamento della pigione commerciale”.
In effetti, pure i negozianti della cittadina speravano in una apertura dei parlamentari federali. «È un vero peccato - commenta dal canto suo Coen -. Ero convinto, che, alfine e visto le premesse dei mesi scorsi, questa iniziativa passasse. Ora siamo punto e a capo. Adesso vediamo come si muoverà il Cantone. Nel frattempo, però, rischiamo che le aziende comincino a chiudere. D’altro canto, in giro di delusione ce n’è tanta».
Ci si sarebbe aspettata maggiore vicinanza anche dall'Associazione promovimento economico della città di Chiasso (Apec). Invece, non risparmia Coen da presidente Scm, dopo un primo intervento in primavera, in occasione dei giorni più critici, con la creazione del gruppo ad hoc è calato il silenzio. «Eppure - rincara (nel Comitato siede anche lui, ndr) - sarebbe proprio in momenti come questi che una tale Associazione dovrebbe essere in prima linea».
Una ragione in più per guardare alle istituzioni più prossime. Così non le si manda a dire neppure via social. Il messaggio postato dal consigliare comunale della Lega Stefano Tonini non lascia dubbi: ’Chiasso, se ci sei, batti un colpo’. A rimanere indigesta la serie di ’no’ ricevuti dal consigliere ad alcune proposte: dal regalo delle mascherine allo sconto sulla bolletta dell’Age. A far ’scappare’ il post l’azione del Municipio di Mendrisio, che ha donato ai commercianti dei quartieri della Città l’alberello di Natale.