Franz Julen, presidente delle Zermatt-Bergbahnen: 'È più sicuro stare in montagna che in città'. La frontiera sul Plateau Rosà è 'invalicabile'
Passa ai piedi del Cervino l'invalicabile frontiera europea dello sci ai tempi del Covid. Una lunga recinzione blu lungo il confine tra l'Italia e la Svizzera taglia in due il ghiacciaio del Plateau Rosà, a 3500 metri di quota. Da una parte rimane il comprensorio valdostano di Breuil-Cervinia, chiuso al pubblico. Dall'altra ci sono le piste vallesane di Zermatt, aperte da inizio novembre e pronte per il pienone di Natale.
In tempi normali il confine è invisibile perché quello del 'Matterhorn paradise' è un unico comprensorio sciistico internazionale, uno dei più grandi e frequentati d'Europa. Ma ora i versanti italiano e svizzero sono diventati due mondi lontanissimi, diversi come le due facce della luna. E la transenna che li separa è il simbolo di una contraddizione per ora irrisolvibile.
Vista da dal Vallese l'Italia è molto lontana: "Non capisco perché non vogliano aprire gli impianti - spiega il presidente delle Zermatt-Bergbahnen Franz Julen - è più sicuro stare in montagna che rimanere nelle città, frequentando la metropolitana o le stazioni ferroviarie: è un peccato che non ci possa essere il collegamento con Cervinia, noi prevediamo di avere sciatori soprattutto svizzeri, ma anche europei e credo che anche gli Italiani abbiano molta voglia di montagna e di aria pura".
"Non è ancora successo, ma se qualche sciatore proveniente dalla Svizzera dovesse scavalcare la rete dobbiamo fermarlo e rimandarlo indietro", spiega Matteo Zanetti, presidente della Cervino spa.
E mentre in Italia le piste potrebbero rimanere deserte fino a metà gennaio, dall'altra parte la crisi dello sci non esiste: "A novembre abbiamo fatto lo stesso fatturato dello scorso anno", rileva Julen.
Rimasto aperto in deroga al decreto ministeriale per consentire agli atleti di interesse nazionale di allenarsi, la stazione valdostana di Breuil-Cervinia sta valutando se rinunciare anche a quei pochi passaggi che le squadre agonistiche hanno assicurato fino ad ora. "Visto che molto probabilmente a Natale non si aprirà al pubblico - spiega Zanetti - stiamo calcolando i costi e i benefici per decidere assieme alla Regione Valle d'Aosta e agli operatori economici di Cervinia se continuare a ospitare gli atleti o chiudere tutto".
Al di qua della frontiera le prospettive sono molto diverse. "Anche se prevediamo un 25-30 per cento di passaggi in meno durante l'inverno per Natale apriremo tutti gli impianti e tutte le piste, in sicurezza: vogliamo offrire agli sciatori tutte le opportunità degli scorsi inverni, senza compromessi", spiega Julen.