Danza

'Autour du corps', l'omaggio al Bauhaus di Tiziana Arnaboldi

Un corpo, nove cerchi, infiniti centri: è il nuovo spettacolo della compagnia, in scena dal 2 al 4 ottobre al Teatro San Marterno di Ascona. L'intervista.

Un indumento da 4 chilogrammi per Marta Ciappina ed Eleonora Chiocchini
30 settembre 2020
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È lungo l’elenco dei progetti fermati dall’emergenza sanitaria, tanto che se ne potrebbe trarre un’intera rubrica. È, finalmente, arrivato il momento anche per ‘Autour du corps’, l’omaggio al Bauhaus e insieme la nuova creazione della Compagnia Tiziana Arnaboldi, che debutta venerdì 2 ottobre alle 20.30 al Teatro San Materno di Ascona all’interno della stagione 2020-21, con repliche sabato 3 ottobre sempre alle 20.30 e domenica 4 ottobre alle 17. Più semplice a vedersi che a descriversi, il “viaggio cosmico” ideato da Tiziana Arnaboldi ruoterà per intero attorno a un corpo – anzi due, quelli delle danzatrici-interpreti Marta Ciappina ed Eleonora Chiocchini – vestito da nove cerchi concentrici, un contrasto tra “aereo contorno e ingombro pesante”, un richiamo al cosmo e alla terra nel pieno spirito Bauhaus in quello che dello stesso è un piccolo tempio.

Spiega, Arnaboldi: «’Autour du corps’ è nato un anno e mezzo fa, forse poco più, dopo l’acquisto di un libro sugli oggetti Bauhaus tra i quali ho individuato un tavolino con una protuberanza che, alzandosi, produceva un cono. La figura mi ha affascinato molto. Dopo qualche settimana mi sono detta che si sarebbe potuto prendere questo oggetto caratterizzato da elementi circolari concentrici e trasformarlo in una gonna, con la quale il danzatore o la danzatrice avrebbe potuto interagire. Tramite Riccardo Blumer sono entrata in contatto con Claudia Broggi, grazie alla quale è nato un prototipo; ho scelto quindi due danzatrici e abbiamo individuato la forza dell’oggetto, contrapposta però alla leggerezza di quel primo esperimento. L'elemento finale è ora una struttura di legno più forte, rivestita con uno scheletro d’alluminio con molti punti fissi al suo interno».

Spirali, cerchi, linee, punti

Alla luce della versione definitiva della gonna, Marta Ciappina ed Eleonora Chiocchini saranno vestite da un ‘capo’ di quattro chilogrammi. «Un indumento senz’altro pesante ma, una volta poggiato sul corpo della danzatrice, portatore di quel contrasto tra leggerezza e pesantezza. Siamo partiti subito da questo elemento, giocare con la gonna che tira verso il basso il corpo, e allo stesso tempo studiare con quali movimenti il corpo può far sì che questa gonna cominci ad alzarsi e ad acquisire una dinamica interessante». Dinamica così spiegata: «Noi uomini vogliamo essere sempre i padroni dell’oggetto, ma con questo elemento non è possibile, quindi i corpi hanno dovuto cercare un dialogo, un incontro. Una volta individuato questo punto magico di dialogo, prodotto dell’ascolto, si sono generate interessantissime tracce di spirali, cerchi, linee, punti. La percezione dello spazio s’è trasformata in altro, creando orientamenti e traiettorie inaspettate». Traiettorie che si compiono sotto le luci create da Elia Albertella e si accompagnano alla musica curata da Mauro Casappa, una rielaborazione della Sagra della Primavera di Stravisnky. Il resto delle informazioni sono esperienza da vivere sul posto. «Dicono i grandi artisti che il processo creativo inizia quando ci si perde. Posso dire che è la prima delle mie creazioni nella quale mi sono persa, ci siamo persi».

Danzando ‘a vista’

Dello spettacolo fa parte anche il processo di costruzione dell’indumento: «Ho voluto presentare tutto il percorso, come la filosofia del Bauhaus insegna». Processo che finirà, nei suoi dietro le quinte e insieme a molti altri momenti presenti e passati, nel documentario sul Teatro San Materno che è in piena fase di ripresa. ‘Autour du corps’ è una prima assoluta in Ticino, anche se lo spettacolo ha visto una sorta di vernissage a Davos, al Kirchner Museum, «un’esperienza molto bella, due repliche in uno splendido spazio. Ci torneremo in primavera».

‘Autour du corps’ è anche uno dei momenti di punta della ‘nuova’ stagione 2020-21 del Teatro San Materno, apertasi con la visita al teatro in 3D: «Ho notato entusiasmo per questo prodotto, i visori saranno disponibili al termine di ogni spettacolo. Quanto alle rappresentazioni – conclude Arnaboldi – sarò molto rigorosa con le distanze. Abbiamo ridotto la capienza, moltiplicando le repliche». Per il futuro, si vedrà: «Speriamo. Sulle teste delle altre nazioni non si muovono di certo nuvole bianche. Qui da noi la situazione pare contenuta, ma l’incertezza accompagna me come, credo, tutti i direttori artistici. Viviamo il presente. Il programma è pronto, ci lasciamo sorprendere. Navigando sempre a vista». (www.teatrosanmaterno.ch)