Contaminazioni dei pozzi, piogge scarse e canicola in arrivo, i Comuni 'più sensibili' alzano il livello di guardia
“Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo è asciutto”, diceva lo storico vissuto nei Seicento Thomas Fuller. Passano i secoli ma la frase resta, mai come ora nel Mendrisiotto, in auge. A maggior ragione se il periodo vissuto nel Distretto è stato contraddistinto da contaminazioni ai pozzi di captazione: pesticida in quantità fuori dalla norma nel pozzo Gerbo a Genestrerio; la stessa sostanza, il clorotalonil a Riva San Vitale (Ligornetto e Novazzano); senza dimenticare lo Pfsos (il perfluoro-ottansulfonato) che ha messo a rischio il Pozzo Prà Tiro a Chiasso. Ora, con l'arrivo annunciato della canicola e dei periodi di siccità che contraddistinguono l'estate, non è da escludere che la situazione possa diventare ancora più delicata. Lo sa bene l'Age, l'Azienda acqua gas ed elettricità della cittadina, la quale negli scorsi giorni ha sensibilizzato tutta la popolazione del comprensorio di competenza (Chiasso, Balerna, Morbio Inferiore e Vacallo): un appello alla responsabilità affinché si eviti che il sistema acquedottistico possa entrare in crisi. D'altronde, Age non lo nasconde, “a seguito delle misure intraprese per fronteggiare gli eventi di contaminazione in diverse falde del distretto si è verificata una preoccupante situazione di carenza idrica”.
Gran caldo, perdurare del periodo senza pioggia e aumento dei consumi hanno portato, la settimana scorsa, anche Mendrisio a sensibilizzare i propri cittadini: “la sezione Acqua potabile delle Aziende Industriali di Mendrisio (Aim) raccomanda vivamente all'utenza un uso parsimonioso dell'acqua potabile”, il messaggio veicolato.
Altri comuni, invece, stanno monitorando la situazione con molta attenzione. Come nel caso di Castel San Pietro dove non si è ancora in 'stato di allarme', ma alcuni accorgimenti sono già stati adottati. Lo conferma il tecnico Massimo Cristinelli, specificando che «sono già stati invitati tutti i cantieri sul territorio (pubblici e privati) a evitare di usufruire in modo sproporzionato dell'acqua». Ci si è mossi pure a livello comunale chiudendo le fontane pubbliche e interrompendo l'irrigazione delle le aiuole. La guardia, in ogni caso, va tenuta alta e «probabilmente settimana prossima usciremo con un volantino 'soft' nel quale si inviterà all'uso parsimonioso dell'acqua». In caso di necessità, aggiunge Cristinelli, il Comune ha un accordo con Mendrisio che, in determinate situazioni, 'aiuta' il sistema idrico del Comune. V'è poi «un collegamento d'emergenza con Balerna che serve la zona industriale di Gorla», ma ora, visti i problemi annunciati da Age non è in funzione. Anche in questo caso, però, un attento monitoraggio si rende indispensabile. Anche perché, a Gorla, oltre all'utilizzo dell'oro blu c'è la raffinazione dell'oro giallo. E con la quotazione in netta crescita del metallo prezioso, la raffineria presente sta lavorando parecchio, utilizzando di conseguenza molta acqua. «Fino ad ora – riassume Cristinelli – ce la stiamo cavando, ma la popolazione va sensibilizzata. Le falde, d'altronde, bisogna preservarle»
Anche a Brusino si guarda con attenzione all'evolversi della situazione meteorologica. La canicola in arrivo, dunque il 'bel tempo' in ambito turistico, ha fatto rizzare le antenne. «Quella in arrivo, per noi sarà una settimana di fuoco, in tutti i sensi – esordisce Andrea Stephani, segretario comunale di Brusino Arsizio –. Stiamo cercando di capire quanto a lungo si potrà gestire questa situazione. Dovessimo riscontrare degli abusi dovremo intervenire abbastanza velocemente». Il tema della possibile scarsità dell'acqua potabile, nel paese in Riva al Ceresio, è d'altronde noto. «Per il momento le riserve idriche ci sono». Non manca, però, il 'ma'. «Dobbiamo anche fare i conti con il fatto che nel periodo estivo il numero della popolazione di Brusino raddoppia». Tante sono infatti le case di residenza che in luglio e agosto vengono vissute dai proprietari. E, d'altro canto, i bacini di captazione non sono molti. Anzi, l'unica collegata permanentemente alla rete dell'acqua potabile è la sorgente in Val Finate. «Sorgente che – annota Stephani – è molto superficiale, la captazione non va in profondità». V'è poi quella in val di Nebbia che, però, «viene usata come jolly, che allacciamo solo in caso di penuria d'acqua». Una situazione destinata comunque a cambiare: «Dopo l'estate uscirà un messaggio municipale con la richiesta d'investimento tra 1,5 e 2 milioni di franchi per il nuovo bacino. Lavori che faremo cosicché anche quel bacino possa rimanere permanentemente allacciato».