Emergenza continua nel pianeta sanità lariano, già confrontato con l'esodo di medici e infermieri verso la Svizzera
Negli ospedali comaschi mancano 450 letti, dopo che a seguito della pandemia ne sono stati chiusi 109. È dunque emergenza continua nel pianeta sanità lariano, confrontato con una crescente carenza di medici e infermieri dovuta in buona parte alla fuga verso le strutture sanitarie del Canton Ticino, confermata dal numero di permessi G in crescita.
Nel 1996 la provincia di Como poteva contare su 3'668 letti in ospedali tra ordinari e day hospital, mentre stando all’ultimo dato pubblicato dal Ministero della Salute sono scesi a 1'737 letti. Il calo è del 53%. Duecento letti sono andati persi con il passaggio dal Sant’Anna vecchio a quello nuovo. Se è vero che ricoveri e cure sono molto cambiati è altrettanto vero che gli ospedali a Como sono sottodimensionati rispetto alla popolazione residente: il rapporto deve essere di 3,7 ogni mille abitanti. Sulla scorta di questo rapporto si arriva a dire che a Como mancano 450 letti, che scendono a 240 letti rispetto alla media regionale. Per cogliere le dimensioni del fabbisogno, il Valduce intero ha poco meno di 300 letti.
A Como servirebbe insomma un nuovo ospedale. Se si analizzano i letti offerti dal servizio pubblico rispetto al numero dei cittadini residenti, quella di Como è l’ultima provincia lombarda. Compensa in parte il privato, che ha superato il peso della Regione e dello Stato (55%). È un fatto che non accade in nessun’altra provincia lombarda. La carenza di posti letto era già stata più volte rimarcata dalla precedente dirigenza dell’Asst Lariana, tanto da chiedere alla Regione cento letti per via Napoleona. Quindi dopo il 2022 la riforma tramite Pnrr ha messo in campo gli ospedali di comunità, con una ventina di letti a testa per pazienti non acuti o lungodegenti anziani. Una novità già attiva a Mariano Comense che in città dovrebbe funzionare dalla primavera del 2025. Ma non sono numeri tali da cambiare radicalmente la situazione. Anche perché nel frattempo il Valduce ha chiuso la Pediatria, mentre Menaggio ha congelato i reparti per le urgenze e la Psichiatria, servizi che difficilmente ripartiranno.
La nuova direzione dell’Asst Lariana sta cercando di rafforzare il nuovo Sant’Anna, ha aperto un dialogo in Regione per cercare di capire se c’è modo di ampliare reparti e strutture, non è però certo un obiettivo semplice. Avere più posti letto permetterebbe di ricoverare con più facilità dai Pronto soccorso, sempre intasati, consentirebbe anche di dimettere in reparti per non acuti gli anziani lungo degenti che altrimenti restano in corsia molti giorni. C'è però da risolvere l'emergenza medici e infermieri. Più posti letto senza personale sanitaria rischia di diventare una cattedrale nel deserto.