Ticino

Scuole private, le modifiche tornano in Commissione

Il Gran Consiglio decide di rinviare l'esame del testo. Se ne riparlerà in aprile. Ma Bertoli: ‘Non si farà in tempo perché entrino in vigore a settembre’

Ti-Press
17 febbraio 2020
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Era uno dei piatti forti della sessione parlamentare inaugurata oggi, se ne riparlerà forse (ma forse) ad aprile. E se le modifiche passeranno, sarà storia dell’anno scolastico 2021/2022. La modifica parziale della Legge della scuola relativa all’insegnamento privato torna in Commissione formazione e cultura, così come i tre rapporti commissionali. A deciderlo, su proposta del leghista Michele Guerra, un Gran Consiglio che si è spaccato in due: 37 favorevoli al rinvio (Lega, Ppd, Udc) e 35 contrari (Plr, Ps, Verdi, Mps e Pc).

Di principio Guerra concorda con quanto richiesto dal governo e avallato dal rapporto di maggioranza: «Gli esamifici, le scuole farlocche, gli istituti furbeschi e fiabeschi devono essere tutti eliminati, chiusi, cancellati senza se e senza ma». Però «è ingiusto che per colpire i disonesti si colpiscano di striscio anche gli onesti». Perché finché si tratta di impedire nuovi ‘casi Fogazzaro’ con tanto di diplomifici esteri è un conto, «ma ci sono tante scuole private radicate nel territorio da tanto tempo e di qualità». Scuole che il Consiglio di Stato chiede presentino un progetto pedagogico e un piano finanziario. E la cosa, oltre al «caos che deriverebbe dal votare su tre rapporti» come notato dal capogruppo leghista Michele Foletti, non ha convinto la maggioranza del parlamento. Che quindi chiede ulteriori approfondimenti in Commissione. A partire dal capogruppo del Ppd Maurizio Agustoni: «Stiamo parlando di un settore che interessa migliaia di ragazzi e le loro famiglie, che hanno diritto ad avere un quadro preciso e chiaro».

Spara ad alzo zero il capogruppo dell’Udc Sergio Morisoli: «Così si puniscono le scuole private e si rende loro la vita impossibile, chi non vota il rinvio si prenderà tutto quello che arriva dal governo». Governo che, una volta incassata l’indisponibilità – insufficiente – al rinvio di Plr, Ps, Verdi, Mps e Pc perché, per tutti, «la situazione è chiara e definita dai tre rapporti», con il direttore del Decs Manuele Bertoli spiega la posta in gioco: «Il rinvio imporrebbe la perdita di un anno scolastico. E non c’è nessuna intenzione da parte del Consiglio di Stato di danneggiare le scuole private serie». Non è servito, se ne riparlerà nei prossimi mesi.