Luganese

'Non sono riuscito a trattenermi, cercavo io la bambina'

Ammette i fatti il trentenne a processo oggi a Lugano per abusi sessuali su minore. 'Non ho pensato alle conseguenze negative per lei'.

23 gennaio 2020
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«Non mi so spiegare quello che ho fatto alla piccola. Ero io che la cercavo quando la madre era al lavoro o dormiva. Non ho pensato alle conseguenze negative per la bambina, la sua famiglia e la mia». Sospettava che fare sesso con la figlia più piccola della sua compagna fosse sbagliato, ma non è riuscito a trattenersi. Sono le prime dichiarazioni rilasciate in aula penale stamattina a Lugano da un uomo di 30 anni di nazionalità brasiliana di fronte alla Corte delle assise criminali presiedute dal giudice Mauro Ermani che lo ha interrogato mettendo in evidenza l'atteggiamento "spregievole", per risatine alle domande degli inquirenti, tenuto dall'imputato durante l'inchiesta. 

L'imputato aveva conosciuto la compagna, più 'anziana' di lui di 14 anni, durante un Carnevale. I due poi hanno deciso di vivere assieme. La donna ha quattro figlie avute da padri diversi. Il 30enne ha sostenuto di essere attratto da donne più vecchie di lui ma nel contesto in cui ha vissuto è stato attratto sessualmente dalla figlia della compagna che aveva solo 10 anni. E ha avuto anche approcci di natura sessuale con la cuginetta della vittima. Era lui che la cercava in casa e talvolta ha esercitato anche pressioni psicologiche e minacce (anche di morte) affinché la piccola non parlasse con la mamma o altri di quanto stavano facendo. Alla più piccola ha pure scattato immagine delle parti intime.

I fatti sono avvenuti sull'arco di un anno e mezzo. Il giudice ha parlato della perizia psichiatrica che lo ha dipinto come una persona con disturbi della personalità con tratti narcisistici e psicopatici. Il 30enne ha pure fatto vedere un film pornografico alla vittima. Secondo la perizia il rischio di recidiva dell'uomo alla sbarra è "tutt'altro che banale se non curato", ha detto il giudice: l'imputato non è in grado di riconoscere e controllare le sue pulsioni anche se riconosce i fatti contenuti nell'atto d'accusa preparato dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti. L'uomo ha detto di non provare più attrazione per le bambine, ma occorre attivare al più presto una presa a presa a carico, ha sottolineato Ermani. 

La vittima, la figlia più piccola, ha grossi problemi anche scolastici e convive con un conflitto di lealtà, mentre la madre è ricoverata in una clinica psichiatrica. Dopo tre mesi di carcere preventivo alla Farera, l'uomo è stato trasferito al carcere della Stampa. Nel frattempo, tramite la sua avvocata Gaia Zgraggen e la legale di parte civile Sandra Xavier è stato raggiunto un accordo di risarcimento. L'uomo è consapevole del fatto che sarà probabilmente sarà espulso dalla Svizzera dove è giunto nel 2016 per raggiungere la sua mamma.