Il padre della vittima della pensione La Santa di Viganello lancia un appello anche alla politica: 'Bisogna creare strutture adeguate e sorvegliate'
«Non è facile da accettare. Mio figlio aveva una vita tribolata, ma una morte così violenta lascia sbigottiti». A parlare è Pietro Cantoreggi, il papà di Matteo: il 35enne rimasto vittima di un pestaggio alla pensione La Santa di Viganello il 17 dicembre scorso, per il quale due persone sono indagate per assassinio. Abbiamo sentito il signor Cantoreggi all'indomani dell'annuncio che in ricordo del figlio è stata organizzata una fiaccolata lunedì prossimo.
Signor Cantoreggi, è stato lei a volere la fiaccolata?
Inizialmente no, me l'hanno proposta degli amici. Si tratta prevalentemente di amici di Matteo: persone che io neanche conoscevo, e che ora considero anche mie amiche. Uno di loro ha fatto dire una messa in suffragio di Matteo proprio alla chiesa di Santa Teresa di Viganello (da dove partirà la fiaccolata alle 20, ndr). Ero un po' reticente: in questi momenti in cui c'è tanto dolore, la voglia di fare delle cose è poca. Ma poi ho fatto una riflessione: se può servire ad altri, ben venga.
Che cosa l'ha convinta?
Il fatto che ci siano tanti casi come il mio. Si tende sempre a mascherare, però purtroppo è una realtà della nostra società. Potrebbe servire a sensibilizzare i genitori che hanno lo stesso problema, che magari si sentono impotenti perché non riescono ad aiutare i propri figli. Certo, sta anche a loro fare un passo avanti per farsi curare, perché dall'alcol da soli non si esce. Non possiamo però emarginare queste persone, ma dobbiamo cercare di migliorare queste situazioni problematiche legate alle dipendenze. E parlarne apertamente. Anche il genitore troppo spesso aspetta troppo tempo per chiedere aiuto. Non è facile parlare. Però per il bene stesso del figlio non bisogna avere paura di chiedere aiuto. Raccontare la mia storia potrebbe magari far capire ai genitori di stare sempre vicini ai figli problematici.
Un messaggio rivolto ai genitori quindi.
Non solo. Vorrei che si potesse sensibilizzare un po' anche la politica e chi ha responsabilità verso la società. Non mi fraintenda: tutti abbiamo responsabilità verso la società. Io ritengo che la famiglia sia la cellula della società: se la cellula è malata, si ammala anche la società. Ognuno deve fare il suo: noi siamo una goccia, ma il mare è fatto di gocce. La gran parte della gente non sa dove stiano queste persone, se ne accorge solo quando capita qualcosa. E non va bene che non se ne parli. Si va avanti così, dietro le quinte, finché non succedono queste cose che non dovrebbero mai capitare.
Che cosa si aspetterebbe dalla politica?
Che ci si svegliasse un po'. Queste (come la pensione La Santa, dov'è capitato il fatto di sangue, ora chiusa, ndr) sono strutture che non sono adeguate. Mettere persone problematiche assieme senza sorveglianza non va bene. Fosse stato un posto sorvegliato non sarebbe successa una cosa del genere. Se c'è l'esigenza, bisognerebbe creare delle strutture adeguate, sorvegliate.
Ricordiamo che la fiaccolata si terrà lunedì prossimo alle 20, con partenza dalla chiesa di Santa Teresa a Viganello. Sarà coordinata dalla consigliera comunale Sara Beretta Piccoli, ed è previsto anche un attimo di raccoglimento, verosimilmente con don Valentino Tafou dell'omonima parrocchia. A garantire la sicurezza della camminata – 15 minuti circa, con destinazione la pensione La Santa – ci saranno i City Angels.