Dopo l'uccisione a botte di un 35enne alla pensione La Santa, parla il vicesindaco di Lugano: 'La Città è sicura, ma alcune situazioni vanno contenute'
«Lugano rimane una città sicura, ma questo episodio dà forza a quello che andiamo ripetendo da tempo: vi sono determinati ambiti legati al disagio e al consumo di sostanze stupefacenti che destano preoccupazione e che devono essere arginati». A parlare è il vicesindaco e titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani di Lugano Michele Bertini a meno di ventiquattr'ore dell'uccisione a botte (l'ipotesi di reato è assassinio) di un 35enne del Bellinzonese avvenuta ieri sera a Viganello.
«Mancano ancora diversi dettagli sulla vicenda», precisa Bertini. Ad essere chiaro è comunque il quadro generale di disagio attorno alla pensione La Santa, percepito anche nelle parole degli abitanti della zona. «Non direi che si tratta di un quartiere problematico, tuttavia è noto che quella pensione era un luogo dove si presentano un certo tipo di situazioni...».
Situazioni che prevedono un approccio multilaterale: «Come abbiamo anche recentemente ribadito come Municipio, la sicurezza non è solo tenere conto del il numero di reati e rispondere con un certo numero di poliziotti, politica che in Ticino sembra andare per la maggiore, ma anche la presa a carico del disagio sociale per evitare che sfoci in situazioni peggiori, la politica dell'alloggio per evitare la ghettizzazione, il controllo abitanti e la politica di integrazione. A Lugano come polizia comunale finanziamo la presenza sul territorio di operatori sociali proprio per affrontare le situazioni difficili».