Domani nelle sale il film di Danny Boyle, storia di un aspirante songwriter onesto plagiatore dei Favolosi Quattro di Liverpool (e chi non l'avrebbe fatto?)
“Yesterday... bom, bom, bom... la musica la faccio con la bocca”. Diamo a Massimo Troisi quel che è di Massimo Troisi, che nel 1984 in ‘Non ci resta che piangere’ scippava a McCartney la paternità della composizione per sedurre Pia (Amanda Sandrelli), fanciulla del “Mille e quattrocento, quasi Mille e cinque”, grazie all’essere tornato indietro nel tempo attraversando un passaggio a livello. Imprevisto per imprevisto, in ‘Yesterday’ di Danny Boyle (‘Trainspotting’, ‘The Millionaire’), il giovane Jack Malik (Himesh Patel) è investito da un autobus durante i dodici secondi di un black out planetario dopo il quale tutto sarà come prima, eccezion fatta per i Beatles (e poche altre ‘entità’) che nessuno ha mai sentito nominare; Jack lo sventurato li cerca in internet e scopre che non sono mai esistiti nemmeno gli Oasis, ed esclama: “Beh, ha senso” (eccome se ha senso).
È così che l’aspirante cantautore che a 14 anni cantava ‘Wonderwall’ alla festa della scuola e che all’open air più importante della sua carriera suona per quattro bimbi e altrettanti amici, sfonda nel dorato mondo del pop facendo passare per opera sua l’intero repertorio dei quattro di Liverpool, aiutato da uno sbalordito Ed Sheeran himself, rendendo felice Debra (Kate McKinnon), jena della discografia (“Tu scrivi le canzoni, noi le vendiamo, tu fai soldi a palate, noi ci prendiamo il grosso”) e infelice Ellie (Lily James), l’innamorata nell’ombra che gli è stata vicino quando lui non era nessuno e che ora – come accade in ogni storia d’amore del rock che si rispetti – gli impone il consueto ‘O me o il successo’.
La forza del film di Boyle è nei dialoghi (“Non puoi chiamare un disco ‘White Album’, ti darebbero del razzista!”), nei commenti su questi misteriosi Beatles (“Beh, non sono i Coldplay, non è ‘Fix You’”) e nel fatto che nemmeno infilata tra i capolavori della coppia Lennon-McCartney, Jack riesce a sdoganare la sua ‘Summer song’ (e in effetti nemmeno ci riesce il cantautore Patel nella realtà); tutto funziona, in ‘Yesterday’, tranne forse il faccione del protagonista, di cui proprio non ci si riesce ad innamorare; impareggiabili, invece, due figure assai british che si muovono lungo la storia con l’aria di chi, nei film di fantascienza, ha scoperto il segreto e sta per capovolgere le sorti dell’umanità. I cuori degli inguaribili del pop, in ogni caso, batteranno a mille sulla sorpresa finale, che chiude due ore di buon umore con inaspettata Beatle-poesia (alla faccia di Mark Chapman).