La maestra, sentita dalla procuratrice pubblica Valentina Tuoni, non contesta la dinamica dei fatti. A gennaio, in aula, aveva legato le gambe di un'alunna
Un interrogatorio approfondito, durato diverse ore, nel quale non si è lasciato nulla al caso. È quanto andato in scena martedì, negli uffici del Ministero pubblico di Lugano, tra la procuratrice pubblica Valentina Tuoni e la maestra delle elementari di Mendrisio sospesa lo scorso gennaio (vedi ‘laRegione’ del 22 gennaio). La docente, difesa dall’avvocato Stefano Ferrari, avrebbe infatti legato con uno spago le ginocchia di una bambina allo scopo di richiamare una corretta postura. Bimba, oltretutto, seguita a livello medico – come attestato da un certificato del Kinderspital di Basilea – a causa di un problema a un femore. L’episodio avvenuto in aula, stando a quanto si è potuto appurare, non viene contestato. O meglio: la maestra – prossima alla pensione – non ne contesterebbe la dinamica, fornendo tuttavia delle giustificazioni pedagogiche. Durante l’interrogatorio – al quale ha parzialmente assistito anche l’avvocato della famiglia della bambina, costituitasi accusatrice privata, Diego Olgiati – la procuratrice pubblica non si è soffermata unicamente sull’episodio avvenuto in aula il 18 gennaio scorso. In corso d’inchiesta, infatti, sono emersi alcuni rapporti concernenti delle reclamazioni – mosse nei confronti della maestra – durante la sua funzione di sorvegliante in tempo di mensa. Nello specifico, dunque, durante la pausa del mezzogiorno quando gli allievi usufruiscono del servizio mensa messo a disposizione dalla scuola. Episodi ‘minori’ definiti dalle parti ‘oggettivamente inconsistenti’, rispettivamente ‘non rilevantissimi’. Gesti, però, che già a suo tempo avevano portato alcuni genitori a segnalare il comportamento della docente alla direzione dell’istituto scolastico e sui quali anche la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha voluto vederci chiaro.