REGNO UNITO

La Brexit costa cara al Regno Unito: perdite per 100 miliardi di sterline l'anno

A cinque anni dall'entrata in vigore del divorzio dalla UE, arrivano i primi conti sulla misura dello strappo

(Foto Deposit)
6 gennaio 2025
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(fonte: ats)

LONDRA - E' un conto pesante per il Regno Unito quello presentato dalla Brexit a cinque anni dall'entrata in vigore definitiva del divorzio britannico dall'Ue.
In un'analisi del quotidiano Independent emerge come l'economia abbia subito nel lungo termine un calo a livello di scambi commerciali del 15% a seguito dell'uscita dal mercato unico e una perdita in termini di produzione stimata in 100 miliardi di sterline l'anno. Mentre il costo del solo accordo siglato per il post-Brexit tra Londra e Bruxelles è stato di 30,2 miliardi di sterline, di cui il Regno, stando ai dati di inizio 2024, ha pagato 23,8 miliardi di pound e ne restano da sborsare 6,4.

Hanno subito forti contraccolpi soprattutto le piccole e medie imprese che sono state penalizzate dall'entrata in vigore dei nuovi controlli alle frontiere. Gli economisti Ana Andrade e Dan Hanson, intervistati dal giornale storicamente su posizioni filo-Ue, hanno affermato che la Gran Bretagna ha commesso «un atto di autolesionismo economico quando ha votato per lasciare l'Unione»: è stato stimato un Pil inferiore del 4% rispetto a quello che sarebbe stato senza la Brexit. E' necessario comunque sottolineare come proprio nei cinque anni dall'addio all'Unione ci siano stati anche altri fattori capaci di influire fortemente sulla performance economica, a partire dalla pandemia.

Le conseguenze negative della Brexit sono state da tempo confermate dalle maggiori istituzioni del Regno, inclusa la Bank of England, e anche l'Office for Budget Responsibility (Obr), l'ufficio indipendente che fornisce al Tesoro le stime per le manovre finanziarie. Da parte del governo laburista di Keir Starmer, al potere dal luglio scorso, è stato avviato un "reset" per migliorare le relazioni con l'Ue che però esclude di rimettere in discussione il divorzio del Regno, l'uscita dal mercato unico e dal circuito della libertà di movimento dei cittadini.

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