È un'esperienza che fortifica le amicizie, che crea gruppo e che coinvolge. Il CST, un'avventura che non si può raccontare, bisogna viverla
Le luci irradiano sempre di meno i trentacinque ettari di terreno del Centro sportivo nazionale della gioventù, eppure la zona dedicata a skateboard e parkour (senza dimenticare il golf) è ancora presa d’assalto. La tenuta non è ancora estiva, ma, in un mondo spesso dominato da incontri freddi e virtuali, praticare una disciplina sportiva contribuisce a una sana educazione. A costruire amicizie. Una palestra di vita, di cui approfitta la Scuola media di Riva San Vitale, che, ormai da parecchio tempo, trascorre la propria settimana verde a Tenero. «Da un lato sfruttiamo l’ampia e variegata offerta di attività sportive – evidenzia la professoressa di italiano Roberta Bertozzi –, dall’altro la possibilità unica di aggregazione. Di sperimentare un po’ di autonomia in un contesto protetto e sicuro». Un compito facilitato dal magnifico paesaggio, incuneato fra lago e montagna. «Beh, si respira un gran senso di libertà. Come docente apprezzo il fatto di poter conoscere i ragazzi fuori dall’aula, di interagire (rispettando determinate regole) in modo più umano e meno strutturato. Da Tenero si torna con un legame differente: l’allievo conosce la persona dietro alla cattedra». L’attività fisica permette di confrontarsi con le proprie emozioni. Limiti e potenzialità, non sempre conosciuti. D’altronde non c’è nulla di più appagante che ‘scimmiottare’ fra un ostacolo e l’altro, una corsa urbana in grado di accrescere l’autostima «e gestire le incombenze personali da soli. La scuola intende anche favorire l’emancipazione dal telefono». Un’esperienza arricchente, ma impegnativa, per i docenti. Il centro mette comunque sempre a disposizione la sua competenza organizzativa, e non solo le infrastrutture. «Il nostro scopo è di proporre contenuti pedagogici e didattici – continua Bertozzi –. Il soggiorno mette tuttavia alla prova quanto costruito in classe: le difficoltà sussistono, ma bisogna superarle insieme creando una relazione di reciproca fiducia».
Fra gli alunni di terza media alcuni ragazzi presentano il diabete e, per questo, la scuola si è affidata alle sapienti mani di Heidi. «Il movimento è importante siccome permette di consumare lo zucchero prodotto dai muscoli e di diminuire la glicemia. È sempre bene controllare il livello di glucosio così da non cadere nell’ipoglicemia» a causa della scorretta assunzione di insulina. Il campo interdisciplinare permette come detto in precedenza di conoscersi e incrociare nuove amicizie, come ben ribadiscono Giacomo, Giada e Viola. Chi pallacanestro e chi, invece, judo. Tutti e tre praticano una loro disciplina nel tempo libero, ma, assicurano, la possibilità di cimentarsi in differenti attività e competere fra amici fuori dal contesto scolastico è qualcosa di speciale, un unicum. La ciurma si riposa un momento prima di funamboleggiare sulla tavola da skate. E, qui, incontriamo un’altra docente, Simona, la quale pone l’accento sull’aspetto emotivo. «Nei momenti in cui prevalgono le fragilità, che sia ansia o malinconia, possono trovare forza nel gruppo. È un’esperienza costruttiva, permette di accettare le delusioni, le sconfitte, e rafforzare il carattere. Dagli errori, e osservando come gli altri affrontano le difficoltà, possono capire la propria strada; spesso i giovani non sono abituati a dormire fuori casa. In questa settimana, invece, sono messi in condizione di confrontarsi con una nuova realtà a livello emozionale. Non è scontato, per alcuni è molto intenso, perché hanno la tendenza ad adagiarsi su ciò che conoscono. Hanno poca libertà di sperimentare, provare qualcosa di nuovo è interessante». Non facile neppure dormire in tenda, comunque più accomodante rispetto a qualche anno fa, ma il sonno in camerata talvolta può risultare difficile da conciliare. L’offerta del Centro di Tenero è «fantastica. Chi ha qualche brevetto G+S può mettersi in gioco con i ragazzi, che, ribadisco anch’io, possono conoscerci sotto un altro punto di vista. Non in classe dove siamo chiamati a controllare maggiormente determinate dinamiche, ma in un ambiente più fresco». D’altronde sudare in compagnia è molto più bello, e non è necessario primeggiare.
Il Centro sportivo nazionale della gioventù di Tenero offre le condizioni ideali per ospitare campi sportivi interdisciplinari. Una settimana lontano da casa, ma in compagnia, in cui riscoprire i propri compagni di classe e conoscere nuove discipline. Ne parla il coordinatore sportivo Luca de Marchi.
Luca de Marchi, coordinatore sportivo
Perché bisogna promuovere, sostenere e incentivare attivamente questi campi interdisciplinari?
L’attenzione spesso è concentrata sui campi polisportivi, ma l’offerta è più ampia: l’attività fisica può essere abbinata a progetti quali l’ambiente, le scienze o le lingue. Un’opportunità arricchente, forse ancora poco conosciuta dalla comunità scolastica. Ad esempio il soggiorno può essere incentrato sulle discipline anglofone, parlando solo ed esclusivamente inglese durante tutto l’arco della settimana. È interessante anche in ottica futura, sono delle esperienze (o, meglio, dei ricordi) che si conservano una vita intera.
È possibile conoscere nuove discipline…
Il calcio è universale, ma (forse) pochi conoscono il tiro con l’arco. A Tenero è possibile cimentarsi in 65 attività differenti; sperimentare qualcosa di nuovo, innamorarsene a vita e, non da ultimo, rimediare a eventuali lacune: qualcuno lasciato in disparte o isolato dalla classe, ma dotato di un talento nascosto in una qualsiasi disciplina, può essere rivalutato dai compagni.
I campi interdisciplinari hanno dunque una valenza formativa e socio-culturale?
Assolutamente! Quanto seminato in questi soggiorni viene poi raccolto durante l’anno. Il campeggio è in grado di creare delle dinamiche di classe, di integrazione e condivisione. Questa è una delle prime esperienze lontano da casa; dormire una settimana in camerata, a stretto contatto, implica una certa interazione e assunzione di responsabilità. È arricchente: comporta una crescita scolastica, ma anche più emotiva nella vita privata. Nella routine quotidiana.
Il motto può essere riassunto in… crescere insieme.
È proprio così: quest’anno in una scuola della Svizzera tedesca c’era una ragazza in sedia a rotelle. La direzione scolastica ha scelto appositamente di pernottare nell’unico stabile senza ascensore così da abbattere queste barriere che, spesso, complicano la vita alle persone con disabilità, e unire ancor di più la classe. L’idea era di sostenerla e capire le difficoltà che può incontrare tutti i giorni; difficoltà da affrontare sempre assieme ai compagni. Il docente è stato un visionario: la ragazza era molto contenta, più integrata e inclusa. E, questo, fa immensamente piacere in quanto l’integrazione sociale è una delle nostre missioni: dei giovanissimi che aiutano una persona in sedia a rotelle a salire le scale è stata una scena parecchio emozionante. Una lezione.
Qual è la ricetta del Centro sportivo nazionale della gioventù di Tenero?
Ho visitato i luoghi più misteriosi del pianeta, ma, ogni mattina, lavorare circondato da questi prati verdi e da questa gioventù carica, motivata, mi riempie di gioia. Una gioia mai provata in precedenza. Ero più concentrato sulla mia disciplina, lo sci, ma ora, che sia in piscina o allo skatepark, c’è sempre qualcuno sorridente, che ringrazia per il buon cibo. La domanda più ricorrente è quando possono tornare: non è facile per i docenti, ma, in uno scambio con un collega, sentire che alcuni ragazzi venuti a Tenero durante il secondo anno sono intenzionati a passare la gita di quarta (quando possono decidere quale attività fare) qui e non all’estero… È un posto magico, riempie il cuore ogni giorno. La speranza è che molti di questi giovani s’impegnino poi nelle società sportive, come allenatore, monitore o altro.