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Raddoppia il numero di farfalle monarca

Tutela delle foreste: tra sfide e minacce

Farfalle monarca
(© WWF-US/McDonald Mirabile)
15 marzo 2025
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La popolazione orientale di farfalle monarca è quasi raddoppiata dall’inizio dell’anno. Questo grazie alla protezione maggiore delle foreste dove svernano queste particolari farfalle. Una notizia incoraggiante, dunque, è quella che arriva dal Messico: quanto è emerso dall’ultimo rapporto, che viene effettuato ogni anno nel Paese del Centroamerica, è che la popolazione che sverna nelle foreste del Messico centrale ha occupato 4,42 acri, rispetto ai 2,22 acri dell’inverno precedente. Ma – e purtroppo c’è un ma – per quanto abbiano occupato quasi il doppio dell’habitat forestale rispetto all’anno precedente, le popolazioni rimangono molto al di sotto della media a lungo termine. L’indagine Area forestale occupata dalle colonie di farfalle monarca in Messico durante la stagione di ibernazione 2024-2025, è condotta annualmente dal WWF Messico e dalla Commissione nazionale messicana delle aree naturali protette in collaborazione con le comunità locali e serve come importante indicatore della salute complessiva della popolazione di farfalle. Quindi: c’è ancora tanto da fare, ma si sta andando nella giusta direzione. Le aree di interesse vanno poste sotto protezione.

Gli indigeni

“Questo piccolo successo è dovuto a due fattori principali: il ruolo chiave delle comunità locali e il sostegno del governo messicano nella conservazione della foresta e nell’offrire a questa specie iconica l’opportunità di prosperare”, ha dichiarato Jorge Rickards, direttore generale del WWF Messico. “È giunto il momento di trasformare l’aumento di quest’anno in una tendenza duratura con un approccio che coinvolga tutti i governi, i proprietari terrieri, gli ambientalisti e i cittadini per continuare a salvaguardare gli habitat critici lungo la rotta migratoria nordamericana della monarca”. Gli scienziati attribuiscono gran parte della crescita della popolazione di quest’anno alle migliori condizioni climatiche del 2024 – con una siccità meno grave rispetto agli anni precedenti – lungo la rotta migratoria delle farfalle dagli Stati Uniti e dal Canada al Messico. Non solo: anche la protezione delle foreste sta migliorando. Un secondo rapporto, infatti, mostra che il degrado delle foreste nella zona centrale della “Riserva della biosfera della farfalla monarca”, dove la specie sverna, è diminuito del 10%. Tra aprile 2023 e febbraio 2024, sono andati persi 9,14 acri di foresta, in calo rispetto ai 10,13 acri riportati l’anno precedente, secondo il rapporto “Forest Degradation at the Core Zone of the Monarch Butterfly Biosphere Reserve (2023-2024)”. Le cause principali del degrado forestale sono state il disboscamento illegale (6,17 acri), le cause naturali, la siccità (2,47 acri) e la rimozione di alberi per prevenire la diffusione di malattie (0,45 acri).

I cani da protezione

I cani domestici vengono da sempre utilizzati dall’uomo per svariati impieghi. Il nome “cani da protezione” o “cani da guardiania” raggruppa diverse razze impiegate da secoli per proteggere gli accampamenti e il bestiame da ladri a due e quattro zampe. Queste tipologie di cani sono tuttora utilizzate e da quando il lupo ha fatto ritorno sulle Alpi sempre più allevatori sono tornati a farne uso. Lavorare con loro può dare enormi soddisfazioni, ma non sono semplici da gestire e spesso si rischia di entrare in conflitto con escursionisti poco collaborativi. Fino all’anno scorso solo cani pastori dei Pirenei e pastori maremmani abruzzesi potevano essere utilizzati in Svizzera. Con l’entrata in vigore della nuova Ordinanza sulla caccia (febbraio 2025) è cambiato anche l’approccio della Confederazione che lascerà cadere questi limiti, aumentando così la disponibilità di scelta per gli allevatori.

La Tavola Rotonda Grandi Carnivori propone quindi una serata sul tema dedicata ad agricoltori e utenti del territorio, dando la parola a esperti, allevatori e autorità cantonali. Alberto Stern e Dario Capogrosso, esperti di cani da lavoro, presenteranno le razze da loro allevate descrivendone carattere e abilità, nonché successi e problematiche che hanno dovuto risolvere. Le testimonianze di Ester Monaco e Piero Pons, allevatori di bestiame minuto detentori di lunga data di cani da guardiania, ci aiuteranno a comprendere cosa vuole dire lavorare con questi animali. In conclusione, l’Ufficio del Veterinario Cantonale presenterà brevemente la legislazione specifica per i cani da protezione che, ricordiamo, non possono essere gestiti come dei normali cani da compagnia. La conferenza avrà luogo il 20 marzo 2025 presso la Sala Multiuso di Sant’Antonino, Via Canvera 3. Entrata Libera.

Le sfide nella tutela

Le farfalle monarca devono ancora affrontare diverse minacce. Ad esempio, le variazioni climatiche nelle aree di riproduzione in Canada e negli Stati Uniti possono influire sull’abbondanza di alghe, l’unica pianta in cui le farfalle depongono le uova e di cui si nutrono i loro bruchi. I cambiamenti nell’uso del suolo negli Stati Uniti, insieme all’uso diffuso di erbicidi e insetticidi, hanno contribuito alla perdita di alghe e altre piante nettarifere di cui queste farfalle hanno bisogno per nutrirsi. Mentre gli elevati livelli di disboscamento illegale nella riserva delle farfalle monarca sono stati fermati, il degrado delle foreste nei siti di svernamento in Messico potrebbe essere una minaccia se non controllato. Le farfalle monarca hanno bisogno di foreste ampie e sane per proteggersi dai venti, dalla pioggia e dalle basse temperature che si registrano di notte. La salute di queste foreste sostiene anche le comunità locali, migliora la qualità dell’acqua nel sistema Cutzamala per quasi 6 milioni di persone a Città del Messico e nelle aree circostanti e ospita un’incredibile biodiversità, tra cui 132 specie di uccelli, 56 specie di mammiferi, 432 specie di piante e 211 specie di funghi. Come impollinatori, le farfalle monarca contribuiscono alla salute degli ecosistemi in tutto il Nord America. Poiché l’80% della produzione alimentare agricola dipende da impollinatori come loro. Ricordiamo che ogni anno questi insetti compiono un viaggio straordinario: alla fine dell’estate migrano dal Canada meridionale e dagli Stati Uniti settentrionali verso le foreste montane del Messico, percorrendo in alcuni casi quasi 3’000 miglia.