Ancora un mesetto di estate per salire in alta quota e godersi il profumo di flora alpina, roccia e abeti e ammirare i colori tra verde e sfumature di grigio. La possibilità di vivere la montagna è un’esperienza unica che permette di ricaricare le energie.
Salire e trovare poi una capanna è la ciliegina sulla torta. Tuttavia, è importante considerare il loro impatto ambientale. Secondo uno studio condotto dal Cas, la ristorazione è responsabile del 34% delle emissioni, l’approvvigionamento energetico del 20% e il rifornimento, principalmente tramite elicottero, contribuisce al 38%. In altre parole, una notte in capanna genera circa 4,6 kg di CO2.
Sebbene ci siano realtà economiche che ne generano molte di più, è interessante conoscere questi numeri e ricordarsi che ogni azione umana produce emissioni.
Con questo non significa abbandonare la visita alle capanne, ma arrivarci con una consapevolezza diversa. È possibile adottare pratiche più sostenibili e non solo demandarle a chi gestisce le capanne: è possibile scegliere pasti vegetariani, contattare la capanna il giorno prima dell’arrivo per chiedere se necessitano di qualcosa dal fondo valle, portare a casa i rifiuti, partecipare al delivery in capanna del WWF (maggiori informazioni: lisa.boscolo@wwf.ch)
Tra gli 11 campi organizzati dal WWF Svizzera per bambini, bambine, ragazze e ragazzi, in agosto ne è stato organizzato uno per adolescenti.
Una settimana attraverso la via Splüga con 17 adolescenti di 14-17 anni accompagnati da un gruppo di 5 monitrici e 1 monitore. Il gruppo è partito da Thusis (Cantone Grigioni), è salito attraverso la Viamala, passato per Andeer e Splügen superando poi i confini svizzeri, attraversando il passo dello Spluga arrivando in conclusione a Chiavenna. Hanno camminato quasi ogni giorno per raggiungere le mete programmate, esplorando sulla via la flora dei posti.
Dopo anni di campo al mare, il gruppo ha deciso di andare in montagna per esplorare le zone alpine tra Svizzera e Italia. “Quest’anno è stato più impegnativo rispetto alle esperienze precedenti, perché, ovviamente, la montagna regala dislivelli abbastanza importanti. Il punto più difficile è stato arrivare in cima alla via Splüga, con un temporale che ci ha fatto visita. Però in generale ci si è mossi egregiamente” ci dice Massimiliano Reclari, co-responsabile del campo. Una settimana in montagna che ha messo in movimento questo giovane gruppo e ha permesso di vivere forti emozioni. “Trovo che questo tipo di campo sia essenziale sia sul piano sociale che pedagogico, viste le ottime esperienze che possono essere utili nella vita di tutti i giorni” aggiunge Reclari. Una settimana a stretto contatto con la montagna e dal forte impatto emotivo che rimane negli anni.
Per schiarirsi le idee
Undici chili era il peso del mio zaino da montagna. Avevo dodici anni e andavo a un campo WWF nel Grigioni italiano. Ne avevo otto invece quella volta che con la mia famiglia avevamo (inutilmente) portato le pantofole da casa alla capanna Campo Tencia. La montagna ci permette di conservare numerosi ricordi, momenti preziosi che insegnano a mettere un piede dopo l’altro pure quando sembra che non ce la si faccia più. L’escursionismo è anche un modo per mantenersi in forma: il movimento allena i muscoli e il cuore, l’aria fina stimola i polmoni. C’è però un elemento in più nel campo della salute che beneficia di un giro in montagna: il nostro cervello, la nostra salute mentale.
Da tema tabù che bisognava evitare, la salute mentale sta ora cominciando a ricevere più attenzione. In campo ambientale, il termine “ansia climatica” è in uso da un paio di decenni ma è solo recentemente entrato a fare parte del vocabolario comune. Definito come un’angoscia esistenziale, è purtroppo un fenomeno diffuso e in crescita in particolare tra le generazioni giovani che sentono sulle loro spalle il peso di questa crisi. Come contrastare questa ansia? Fare scelte sostenibili, iniziare con l’attivismo e informarsi sul tema sono spesso le soluzioni. Per quanto valide, il continuo pensare positivo e lottare può diventare stancante, ed è qui che entra in gioco la montagna. Fare un giro ad alta quota non aiuta solo le gambe ma anche la testa. Il contatto con la natura in combinazione con il movimento rilassa la mente e promuove uno stato di calma. Magari, quindi, il segreto per ritornare con i piedi per terra è indossare un paio di scarponi e andare a fare due passi.
La nocciolaia è un uccello tipico dei boschi di conifere che prepara le sue scorte per l’inverno nascondendo i pinoli dei pini cembri. Ogni anno raccoglie da sola tra 30’000 e 100’000 pinoli, una riserva sufficiente per superare l’inverno. Il volatile riesce a ritrovare la maggior parte dei semi nascosti e quelli che non vengono ritrovati non sono persi del tutto, in quanto permetteranno la crescita di nuovi alberi. Questo è solo un assaggio di quello che si può trovare su pandaclub.ch.
Nel sito internet del WWF dedicato ai più giovani è possibile trovare infatti tante altre informazioni, fatti e curiosità sugli animali delle nostre montagne e i loro habitat. Navigando tra le pagine pensate appositamente per le bambine e i bambini dai 6 ai 12 anni, si può consultare anche l’Enciclopedia degli animali e scoprire qualcosa di nuovo sul proprio animale preferito. Cosa mangia? Dove vive? Quanto è grande? Perché è minacciato? Come possiamo aiutare a proteggerlo? E per mettere alla prova le proprie conoscenze, è inoltre possibile cimentarsi nei quiz online del Panda Club: quanto ne sai sul tuo animale preferito? Così così… tanto… o sai già tutto? Scoprilo subito in maniera ludica e divertente!
I giovani visitatori, ma anche i più grandi, troveranno regolarmente nuovi contenuti con tante curiosità dal mondo animale. Ecco l’indirizzo per andare a dare un’occhiata e approfondire le proprie conoscenze sulla fauna della nostra regione: pandaclub.ch/animali-alpi