Prati, uccelli e piante particolari
Lo scorso 28 maggio, in occasione del Festival della natura, WWF, Museo di Storia naturale e Fondazione Bolle di Magadino hanno riproposto l’evento esploratori per un giorno in un’area naturale del Canton Ticino. Con il supporto di tre esperti di biodiversità, i partecipanti hanno esplorato il prato secco d’importanza nazionale Poncione d’Arzo e i boschi limitrofi alla ricerca di piante, animali e funghi. In meno di tre ore sono state identificate centottantasei specie diverse, un record! I nostri esploratori hanno documentato le specie trovate anche con numerosi scatti. Oggi su questa pagina pubblichiamo alcune delle immagini più belle e significative. La visita di questo prato secco, situato lungo il sentiero che dalla località ‘Cappella del Crocifisso’ porta alla sommità del Poncione d’Arzo è consigliato dal WWF per la sua straordinaria flora. Nel 2021, la zona è stata oggetto di un intervento di recupero e valorizzazione promosso dalla Società cacciatori del Mendrisiotto e dall’Ufficio cantonale natura e paesaggio, con il sostegno finanziario del WWF e della Fondazione Bue Planet Virginia Böger X.X. L’evento “esploratori per un giorno” verrà riproposto anche nel 2024 in occasione del Festival della natura.
I prati e i pascoli secchi sono stati forgiati prevalentemente dal lavoro svolto dagli agricoltori e sono il risultato di secoli di sfruttamento agricolo estensivo e di un’utilizzazione tradizionale adattata alle singole regioni. Oltre alla funzione paesaggistica e alla produzione di foraggi, queste attività agricole estensive hanno favorito anche lo sviluppo di una moltitudine di specie animali e vegetali. I prati e i pascoli secchi permettono inoltre di stabilizzare i suoli e costituiscono l’habitat di numerosi insetti impollinatori: le prestazioni che forniscono per la società sono quindi numerose. Seppure ricchi di specie, i prati e i pascoli secchi sono tuttavia ambienti relativamente aridi e poveri di nutrienti: hanno perciò rendimenti piuttosto scarsi e consentono solo uno sfruttamento di tipo estensivo. Questi habitat sono in pericolo sia a causa della rinuncia all’uso delle superfici situate in zone discoste, sia all’intensificazione dell’agricoltura.
Dalla fine del XIX secolo in Svizzera è scomparso circa il 90% dei prati e pascoli secchi. Per questo motivo oltre il 40% delle specie vegetali e il 50% delle specie animali la cui sopravvivenza è legata alla presenza degli ambienti secchi figurano nelle Liste Rosse nazionali delle specie minacciate d’estinzione. Per consentire una protezione efficace, la Confederazione ha allestito un inventario dei prati e pascoli secchi di importanza nazionale. L’inventario conta oltre 3’000 oggetti distribuiti sullo 0,5 per cento del territorio nazionale. Il prato secco Poncione d’Arzo è l’oggetto 1613 di questo inventario e copre una superficie di 10.24 ettari a un’altitudine media di 845 m.s.m. Grazie alla ricca flora di questi ambienti, non sorprende l’elevato numero di specie di piante identificate, ben 129! Alcune di grande interesse nell'ambito della conservazione. A iniziare dall’Iris graminea e dal Salice dell’Appennino, specie che in Svizzera sono presenti unicamente sul San Giorgio. Molto rilevante anche la presenza di Lathyrus niger (Cicerchia nera), una pianta della famiglia delle fabaceae di origine caucasica.
Presenze rilevanti sono il Geranium nodosum, specie a distribuzione mediterraneo-montana, rara in Svizzera ad eccezione dei boschi misti del Mendrisiotto, e il Tanacetum corymbosum (erba amara dei boschi), una pianta erbacea perenne con areale di diffusione centrato sulle coste mediterranee e poco frequente in Svizzera. Ama il suolo calcareo, cresce ai margini dei boschi e nei boschi luminosi di carpino nero e orno fino a 1800 m di altezza. Fortemente minacciato è il Veratrum nigrum (Veratro nero) specie presente sul Monte San Giorgio e sugli altri versanti lungo la sponda meridionale del Ceresio.
Cresce ai bordi e nelle radure di boschi decidui, dalla fascia submediterranea a quella montana inferiore e predilige le stazioni carsiche nella fascia prealpina.
Altra specie localizzata nel Sud del Ticino, in particolare sul San Giorgio è il Dorycnium herbaceum o Lotus dorycnium, pianta steppica con baricentro attorno al Mar Nero. Platanthera chlorantha (Platantea verdastra) e Orchis mascula (Orchide maschia) sono le uniche specie di orchidea censite, assai diffuse nelle Prealpi e nel Giura.
L’Iris graminea, o Giaggiolo susinario, è una pianta erbacea presente unicamente sul Monte San Giorgio, ed essendo una specie vulnerabile necessita della massima attenzione. La specie è legata ai boschi luminosi su substrato calcareo. L’abbandono della gestione di questi boschi ha provocato un aumento della densità della vegetazione con conseguente diminuzione della quantità di luce in grado di raggiungere il suolo. La salvaguardia della specie richiede pertanto interventi di riapertura dei boschi, come quelli eseguiti dalla Società cacciatori del Mendrisiotto in collaborazione con l’Ufficio della natura e paesaggio e sostenuti da WWF e Fondazione Blue Planet Virginia Böger in diverse radure del Poncione d’Arzo, dove è presente un’importante popolazione residua di Iris graminea. La specie è diffusa nelle aree temperate dalla Spagna fino alla Russia. Vegeta nei boschi luminosi e caldi, ai margini e nelle radure da 0 a 900 metri. È una pianta erbacea perenne con rizoma sotterraneo, fiorisce tra maggio e giugno. Il nome Iris deriva dal greco, significa arcobaleno e fa riferimento alle sfumature di colore che caratterizzano i fiori. Il nome comune si riferisce invece al profumo emanato dai fiori che ricorda quello della susina.
Gli uccelli non erano particolarmente attivi, ma sono stati comunque identificate venti specie, soprattutto di bosco. Gli esploratori sono stati bravi a scovare un nido di Cinciallegra e uno di Picchio muratore con i rispettivi pulli. Nelle zone aperte del prato secco sono state invece osservate due specie caratteristiche di questi ambienti: il Codirosso spazzacamino e lo Zigolo muciatto. Allo Zigolo muciatto piace il caldo e le zone rocciose e da noi vive soprattutto nelle regioni con clima mite. In Svizzera la specie raggiunge già quasi il limite settentrionale dell’areale di distribuzione, che si trova specialmente nel bacino mediterraneo, nel Vicino Oriente e nell’Asia centrale. Vive in modo solitario e passa facilmente inosservato. I suoi tipici, sottili “siip” ne tradiscono però la presenza. Altro gruppo numeroso è senz’altro quello degli insetti, con 24 specie osservate e identificate. La Criocera del giglio (Lilioceris merdigera), nella foto principale, è un piccolo coleottero di forma snella e allungata, che a pieno sviluppo misura 6-8 mm di lunghezza. È facile da riconoscere in quanto ha il protorace e le elitre di colore rosso vivo. Il capo, le antenne, le zampe e la parte ventrale del corso sono completamente neri. Come indica il nome, la specie vive a spese delle piante di giglio, in particolare quello bianco, ma parassita anche il mughetto. Tra i lepidotteri da segnalare la presenza di Lasiommata maera, una farfalla identificabile grazie alla macchia nera con due punti bianchi alle estremità delle ali. La si trova sempre in prossimità di rocce o mucchi di pietre, quindi sicuramente a casa sua nel prato secco del Poncione d’Arzo. Anche la Cercopis vulnerata (una cicalina nerorossa) ama i pendii soleggiati e in particolare le radure e i margini dei boschi. Sempre interessante, infine, l’osservazione della Panorpa comune, la mosca scorpione.