Il felino più raro del mondo
In venti anni l’habitat dei leopardi dell’Amur si è triplicato e oggi si può contare una popolazione di circa un centinaio di esemplari in totale. Intervenire sulla salvaguardia dei suoi spazi di vita è stato efficace per contribuire alla salvaguardia di uno dei felini più rari al mondo. Ma facciamo un passo indietro. I leopardi dell’Amur sono sulla lista rossa degli animali a rischio estinzione. Alla fine del secolo scorso si pensava che ne rimanessero in natura solo trenta individui circa, tutti nell’Estremo Oriente russo. Questi leopardi sono stati infatti cacciati senza pietà per il loro bellissimo manto e per le loro ossa utilizzate specialmente nella medicina tradizionale. Inoltre, i cambiamenti climatici e l’intervento umano minacciano i loro habitat, che sono stati gradualmente distrutti dal disboscamento insostenibile, dagli incendi boschivi, dalla costruzione di strade, dall’agricoltura e dallo sviluppo industriale nella zona. Fortunatamente, ci si è messi all’opera per fermare la loro estinzione. La specie è salita di numero (da 30 circa a 100), ma viene ovviamente ancora classificata come gravemente minacciata. Il percorso è lungo, ma se si proseguirà con gli sforzi, si potrà salvare uno dei grandi felini più incredibili del pianeta.
All’inizio del XXI secolo, questi grandi felini erano sparsi su poco più di 2’227 chilometri quadrati. Grazie agli sforzi di conservazione ad oggi questa cifra è triplicata. I leopardi dell’Amur occupano un territorio di circa 6’086 km quadrati, un’area grande come circa quattro volte Londra. L’espansione dell’areale ha portato nel 2012 alla nascita del Parco nazionale della Terra del Leopardo, che si trova in Russia, voluto e sostenuto soprattutto dal WWF. Questo parco nazionale rappresenta il cuore del territorio per l’intera popolazione mondiale di leopardi dell’Amur. È promettente, tuttavia, che alcuni individui stiano iniziando a stabilirsi anche nella vicina Cina. Trappole fotografiche attivate da sensori di movimento installate dal personale del parco nazionale e vicine alla zona di confine con la Cina, hanno immortalato gli spostamenti dei leopardi dell’Amur tra i due Paesi. Il nucleo della popolazione di leopardi Amur è protetto dal bracconaggio e dagli incendi. Inoltre, all’interno dell’areale è vietato il disboscamento. Le zone naturali appositamente protette coprono quasi il 75% dell’areale del grande felino. Non solo: nel 2019 ne è stata istituita una anche in Cina, il Parco nazionale delle tigri e dei leopardi della Cina nordorientale. Congiuntamente al Parco nazionale della Terra del Leopardo si spera di creare il primo parco nazionale transfrontaliero al mondo per proteggere ulteriormente i leopardi (e le tigri) dell’Amur.
Non sono molte le persone che hanno visto un leopardo dell’Amur in natura. Non è una sorpresa visto che ce ne sono così pochi, ma è un peccato considerando la loro bellezza. Mantelli spessi e lussureggianti, con anelli neri e un’enorme coda pelosa che possono avvolgere su loro stessi per tenersi al caldo. Il leopardo dell’Amur è un animale notturno che vive e caccia da solo, principalmente nelle vaste foreste della Russia e della Cina. Durante il rigido inverno, i peli di questo mantello unico possono crescere fino a 7 cm di lunghezza. Nel corso degli anni il leopardo dell’Amur non solo è stato cacciato senza pietà, ma le sue terre d’origine sono state gradualmente distrutte da disboscamenti insostenibili, incendi boschivi, costruzione di strade, agricoltura e sviluppo industriale.
“I leopardi dell’Amur sono animali bellissimi e purtroppo in grave pericolo di estinzione. Ho avuto la fortuna di visitare i loro habitat forestali in Russia e in Cina e di vedere alcuni fantastici video e immagini di trappole fotografiche che forniscono informazioni sul loro mondo. I prossimi anni saranno davvero cruciali per loro”, racconta Becci May, Senior Programme Advisor del WWF (Programma per l’Asia). Questi felini sono essenziali per le zone in cui vivono, visto che sono predatori di prim’ordine nel loro paesaggio e svolgono un ruolo cruciale per mantenere il giusto equilibrio delle specie nella loro area. Ciò influisce anche sulla salute delle foreste e dell’ambiente in generale, che fornisce cibo, acqua e altre risorse alla fauna e alla popolazione locali. Proteggendo il leopardo dell’Amur, contribuiamo a salvaguardare il suo ambiente a beneficio degli altri animali selvatici e delle persone che lo condividono.
L’insegnamento all’aria aperta è ormai una realtà che si sta diffondendo sempre più per merito dei suoi molteplici benefici per la salute e la motivazione all’apprendimento. Fuori dall’aula scolastica docenti e allievi hanno maggiore occasione di muoversi, sviluppare competenze ed entrare in relazione con il mondo reale.
Lo scorso maggio si è tenuto il primo incontro di scambio sul tema, dove è anche stata fondata la community Insegnare all’aria aperta della Svizzera italiana. A distanza di quasi un anno, il 22 aprile 2023 si terrà a Tesserete il secondo incontro di scambio intitolato “Tessere le reti”. Un titolo scelto per porre l’accento sull’importanza di mettere in relazione tutti gli attori coinvolti. Sarà una perfetta occasione per scambiarsi idee ed esperienze, trovare risposte ai propri dubbi e conoscere altre persone interessate a questa pratica, il tutto stando all’aria aperta. Al mattino verranno proposti degli atelier per esplorare le potenzialità di vari luoghi d’apprendimento. Mentre al pomeriggio ci sarà una tavola rotonda per dar voce a diverse esperienze e fornire spunti di riflessione per promuovere l’insegnamento all’aperto. Sono invitate tutte le persone interessate al tema, in particolare docenti di tutti i gradi scolastici, direzioni e altri attori extrascolastici. A supportare la giornata sono la Fondazione SILVIVA, WWF Svizzera e L’Alberoteca che hanno l’obiettivo di rendere le uscite all’aperto regolari per più bambine e bambini possibili. Per informazioni e iscrizioni:
www.silviva-it.ch/incontro-iaa.