Gli abissi marini costituiscono l’habitat più vasto della Terra, ma anche il meno conosciuto.
Ogni volta che una spedizione scientifica scende negli abissi del mare ci si aspetta di incontrare nuove specie bizzarre e sconosciute.
Infatti, gli scienziati non ci deludono mai: tornano sempre con immagini spettacolari dipesci dagli occhi giganti, meduse brillanti e organismi misteriosi che sembrano usciti da un libro di fantascienza.
Gli abissi marini sono poco conosciuti perché a causa dell’estrema pressione e delle temperature basse, nessuna persona può raggiungere gli 11mila metri – la zona più profonda di tutti i mari si trova nella fossa delle Marianne, che tocca 11’034 metri di profondità – senza l’attrezzatura adeguata.
Un’importante spedizione è partita l’anno scorso proprio in questa zona del Pacifico, capitanata dal Noaa (National oceanic and atmospheric administration).
Purtroppo, gli esperti non hanno trovato solo specie nuove: a 5mila metri di profondità hanno trovato persino della spazzatura. Una volta si credeva che in questo misterioso ambiente non ci fosse nessun essere vivente.
Ora sappiamo che non è vero. Anche nelle più buie profondità degli oceani c’è vita. Scopriamo insieme qualche suo abitante.
Ci immergiamo nel mare. Qui l’acqua ha una temperatura gradevole e la luce filtra illuminando l’ambiente. Tra le piante, che crescono rigogliose, vivono e si nascondono pesci variopinti. Continuiamo la nostra discesa verso gli abissi, lasciandoci alle spalle delfini, barriere coralline e tartarughe marine, dritti verso l’oscurità. La maggior parte dei sub si immerge con le bombole d’ossigeno fino a trenta metri. Noi andiamo oltre. Arrivati a 200 metri sotto la superficie del mare è molto buio. Con quel poco di luce che arriva le piante non crescono. Qui vivono meno animali, ma quelli che lo fanno conoscono dei trucchi per mimetizzarsi nella penombra. Il Vitreledonella richardi o polpo di vetro, ad esempio, è praticamente trasparente. Mentre al pesce ascia piace nuotare in su e in giù. Come altri abitanti degli abissi, di notte nuota vicino alla superficie dell’acqua in cerca di cibo per poi di giorno inabissarsi di nuovo. Ma non tutti hanno questa abitudine. Molti animali rimangono in profondità cibandosi delle alghe e degli animali che cadono dall’alto o cacciando altri animali.
Appena raggiungiamo i mille metri sotto il livello del mare notiamo che l’acqua è sempre più fredda. Se più in alto si intravedeva ancora un po’ di luce, ora è decisamente scuro. Ma c’è qualcosa che brilla e scintilla: è una ctenophora. Questa specie di medusa fluttua lentamente nell’oscurità e, quando è esposta alla luce, emana luccichii colorati. Bella ma pericolosa: le meduse hanno lunghi tentacoli che, se sfiorati, spruzzano veleno. Scendendo, la pressione dell’acqua aumenta e senza un sommergibile dalle pareti spesse noi non potremmo raggiungere questi luoghi. Per il pesce blob non è un problema, visto che il suo corpo è costituito in gran parte da acqua e quindi la pressione non può schiacciarlo.
Arrivati a 2mila metri di profondità si può incontrare un capodoglio: è il cetaceo che si immerge più in profondità e più a lungo, rimanendo sott’acqua per oltre due ore. Ama frequentare queste profondità per cacciare i calamari giganti, dei colossi di venti metri di lunghezza. Proseguiamo il nostro viaggio e a circa 5mila metri di profondità scorgiamo delle alte montagne: troviamo una fumarola nera. L’acqua, che penetra nel fondale marino, giunge in prossimità delle camere magmatiche, dove le rocce raggiungono temperature elevatissime. L’acqua viene riscaldata e attraverso delle fessure risale verso il mare. Dato che quest’acqua contiene anche molti minerali, con il tempo si creano dei camini alti alcuni metri chiamati appunto fumarole nere.
Vicino a queste sorgenti di acqua calda vivono i vermi tubicoli giganti, lunghi fino a tre metri, che si nutrono di batteri.
E continua la discesa, sempre più ripida: finiamo in una fossa e scopriamo che sotto i 7mila metri c’è ancora vita. Ci sono i cetrioli di mare. Esseri che setacciano il fondale come un aspirapolvere in cerca di cibo. Anche se sembrano piante, i cetrioli di mare sono animali, proprio come gli anemoni di mare, e filtrano il cibo dall’acqua. Dei ricercatori hanno scoperto un pesce – soprannominato il pesce fantasma – ad addirittura 8’146 metri di profondità.
Siamo arrivati sul fondale. E cosa troviamo? Una bombola di gas, spazzatura: forse qualcuno senza pensarci l’ha buttata in mare.
Se non smaltiamo correttamente i rifiuti, molti finiscono proprio sui fondali, come ad esempio la plastica, che soffoca gli animali che la inghiottono (l’80% della spazzatura). Qui termina il nostro viaggio. La testa gira un po’, ma abbiamo incontrato animali di cui non avevamo mai sentito parlare prima. Molti di loro non hanno nemmeno un nome.
Purtroppo, forse alcuni di loro non riusciremo mai a conoscerli perché si estingueranno e spariranno prima che possiamo scoprirli. Per questo motivo vogliamo contribuire a proteggere le profondità del mare: prendiamoci cura del nostro Pianeta.
Appena si scende in profondità, diminuisce anche la visibilità. Si può incontrare un pesce appartenente alla famiglia degli Opisthoproctidae. Per poter vedere nella luce fioca, molti animali hanno grandi occhi, che li fanno assomigliare molto a figure uscite da un cartone animato. Gli occhi grandi servono ovviamente a catturare più luce possibile, ma quando si vive a mille metri di profondità, bisogna diventare più ingegnosi. C’è un pesce che sembra pescare, la caratteristica di questo animale è l’esca che gli cresce sulla testa. Illuminandosi, la punta dell’esca attira le prede incuriosite direttamente davanti alla bocca del pesce, sempre pronto ad addentarle. Una specie impressionante di questo sottordine è il caulophryne jordani, meglio conosciuto come il diavolo del mare. Grazie alle sue “antenne” riesce a percepire anche il minimo movimento in acqua.
Rimane un mistero: come fanno gli animali a ritrovarsi nel buio per accoppiarsi e avere dei piccoli? I pesci rana usano un trucchetto: non appena un maschio e una femmina si incontrano, il maschio, molto più piccolo, si attacca con i denti alla femmina. In questo modo non dovranno più andare alla ricerca di un partner. Legati per sempre. Un mistero più grande è quello che riguarda alcune tipologie di mollusco dotate di corazza. La pressione dell’acqua, infatti, non dovrebbe permettere di mantenere intatti gusci o corazze. La stragrande maggioranza degli animali che si incontrano a queste profondità ha corpi morbidi, malleabili, per adattarsi alla pressione. Ma esistono dei molluschi – della famiglia delle Vesicomyidae – che invece hanno degli scudi robusti. Non è ancora chiaro come sia possibile che questo guscio riesca a resistere alla pressione.
Poiché la roccia delle fumarole nere contiene anche oro, c’è chi vorrebbe cercare questo metallo prezioso anche in fondo al mare. Nessuno sa però con esattezza cosa accadrebbe a questo habitat e ai suoi abitanti. In effetti le fumarole nere sono ancora troppo poco studiate. Il WWF ha deciso di promuovere la creazione di zone protette negli oceani affinché le fumarole nere non vengano distrutte e gli animali che ci abitano non perdano il loro habitat.