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I mille colori dell’autunno

7 ottobre 2017
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L’autunno è la stagione ideale per lasciarsi ispirare dai colori: basta fare una breve passeggiata nel bosco per ammirare una sinfonia colorata che lascia senza fiato. Le giornate cominciano ad accorciarsi, ma i raggi di sole ancora ci scaldano e illuminano la natura che all’improvviso lascia spazio al giallo, al rosso, al marrone. Ma come mai le foglie cambiano colore? Il colore delle foglie dipende da alcuni pigmenti che si trovano al loro interno, sono loro che riflettono la luce e che le fanno apparire colorate.

Il colore verde dipende dalla clorofilla, la molecola responsabile di trasformare la luce del sole in nutrimento per la pianta. In autunno le ore di sole diminuiscono e le foglie terminano il loro ciclo vitale. Quando la clorofilla diminuisce, viene lasciato spazio ad altri pigmenti, che erano già presenti nelle foglie ma non mostravano le loro tonalità di colore perché “coperti” dalla clorofilla. E così in autunno possiamo approfittare delle tonalità gialle-arancioni dei carotenoidi (gli stessi pigmenti che danno il colore alle carote) e rosso-viola delle antocianine (presenti nei pomodori e nelle ciliegie).
Quando le foglie hanno terminato il loro ciclo e sono morte, i pigmenti colorati si mischiano tutti assieme formando una sorta di “poltiglia colorata” che riflette le tonalità del marrone-grigio. L’autunno è il periodo migliore per raccogliere foglie colorate per trasformarle in un bellissimo bouquet.

Funghi particolari

Arriva l’autunno e nei nostri piatti arrivano con le pappardelle e la polenta anche i funghi. Noi vi presenteremo due funghi un po’ particolari che troviamo sugli alberi e che già in passato sono stati fondamentali. Il Fomes fomentarius, detto anche il “fungo dell’esca” che appartiene alla famiglia delle poliporacee, cresce su tronchi vecchi – soprattutto sulle “ferite” del tronco – oppure su tronchi morti e ha una forma che ricorda lo zoccolo di cavallo con solchi concentrici intercalati da cuscinetti perlopiù di colore grigio cenerino. Questo fungo può vivere fino a 30 anni e presenta rigature che contrassegnano la crescita annuale, ma è impossibile dedurne l’età esatta contando i cuscinetti, poiché in un anno possono avvenire più crescite. Con un diametro del corpo fruttifero compreso tra i 10 e i 50 cm, si tratta di uno dei funghi più imponenti. Il suo habitat? Il Fomes fomentarius è un fungo cosmopolita e comune. Come già detto cresce su alberi vecchi, indeboliti e deperenti. Una volta che l’albero muore, questo fungo è in grado di vivere per anni come saprofita (cioè nutrendosi di legno morto) sui rami o i tronchi degli alberi morti. Come gli altri funghi saprofiti, oltre alla cellulosa, riesce a degradare anche la lignina, un polimero assai complesso. Per chi pensasse che l’albero muore per “colpa” del fungo c’è da dire che colpisce tronchi già danneggiati. In pratica velocizza un meccanismo già in atto. Una volta che l’albero muore può infatti far spazio alla luce del sole e di conseguenza a nuove piantine.

Curiosità: si tratta di un fungo conosciuto sin dall’antichità. Qualche pezzettino è stato persino trovato in una sacca di Ötzi, l’uomo del Similaun, una mummia risalente al 3300 a.C. A quei tempi, infatti, le persone sfruttavano la natura legnosa-stopposa del fungo e lo usavano come esca per accendere il fuoco.

Il Lobaria pulmonaria invece è un lichene a rischio. I licheni sono degli organismi molto particolari. Sono, infatti, composti da due parti distinte: un’alga e un fungo. Le ife – i filamenti del fungo – e le cellule delle alghe vivono associate in una sorta di comunità vivente, detta anche “biocenosi”. Per sopravvivere questo organismo ha bisogno praticamente solo di luce e di umidità. I licheni possono seccare completamente senza per questo subire dei danni ed inoltre sono in grado di sopportare delle variazioni di temperatura enormi, motivi per i quali essi possono sopravvivere in tutte le regioni climatiche della Terra. Al mondo esistono oltre 16mila specie di licheni. In Svizzera se ne conoscono oltre 500 specie, anche se negli ultimi decenni oltre 20 sono estinte e la metà dei licheni presenti è a rischio. La Lobaria pulmonaria prende il nome dai suoi lobi profondamente sinuosi e bollosi come polmoni. È un lichene che può raggiungere le dimensioni di una mano.

Curiosità: ad oggi lo si usa come rimedio contro le malattie polmonari, in particolare la tosse. In Svizzera le aziende devono chiedere un’autorizzazione per poter raccogliere questo fungo. Visto che è un organismo protetto, le aziende produttrici si rivolgono a Paesi dove il lichene non è protetto dalla legge. Colorazione: allo stato umido, presenta un colore verde vivace fino all’olivastro. Secco appare dall’olivastro al marrone.

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