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I sindacati strizzano l’occhio ai contadini per la 13esima Avs

Agricoltori corteggiati da favorevoli e contrari in vista della votazione del 3 marzo. Nel settore i pareri divergono

Non tutti la vedono allo stesso modo
(Keystone)
31 gennaio 2024
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“Se come conseguenza [di un sì alle urne, ndr] si risparmiasse proprio sui pagamenti diretti, non potremmo più sopravvivere. Allora anche una 13esima Avs non servirebbe a niente”. Per questo Andrea Joss sta pensando di votare in bianco il 3 marzo. Il dilemma raccontato alla ‘Nzz am Sonntag’ dalla contadina argoviese – che non ha cassa pensione né un terzo pilastro – è quello di molti suoi colleghi in queste settimane. E delle organizzazioni che li rappresentano: la potente Unione svizzera dei contadini (Usc) raccomanda di votare ‘no’; invece l’Associazione dei piccoli contadini è schierata per il ‘sì’.

Stando ai primi sondaggi, nella prima metà di gennaio l’iniziativa sindacale godeva di un sostegno piuttosto ampio: tra il 61% (Ssr) e il 71% (Tamedia/‘20 Minuten’) degli interpellati erano più o meno intenzionati a scrivere un ‘sì’ sulla scheda di voto. Decisiva alla fine potrebbe essere la maggioranza dei cantoni, necessaria per una modifica costituzionale come questa. Favorevoli e contrari guardano perciò con particolare attenzione ai piccoli, ma numerosi, cantoni rurali della Svizzera centrale e orientale.

Gli agricoltori sono corteggiati. “Tutti vogliono i poveri contadini”, scrive la ‘Nzz am Sonntag’. La loro scelta “potrebbe decidere la votazione”, ha dichiarato Pierre-Yves Maillard, presidente dell’Unione sindacale svizzera, lui stesso cresciuto in una famiglia di origini contadine. L’Uss stima che sono circa il 60% gli agricoltori che da pensionati hanno quale unica entrata l’Avs. Fra le contadine la percentuale sarebbe ancor più elevata (oltre il 70%). A loro una 13esima Avs farebbe comodo, eccome.

L’Usc non ne vuol sapere. Il presidente Markus Ritter non nega che nel settore siano in molti a doversela cavare con pochi soldi una volta in pensione. Tuttavia, esiste un interesse superiore: la difesa dei pagamenti diretti. “Già oggi abbiamo una dura lotta” tra i vari settori per accaparrarsi i soldi della Confederazione, afferma il consigliere nazionale dell’Alleanza del Centro. Se in futuro bisognerà risparmiare a causa della 13esima Avs, il rischio è che si vada a tagliare proprio sui pagamenti diretti. Per il sangallese la soluzione è migliorare le rendite basse in modo mirato, non distribuire soldi con l’innaffiatoio.

Nemmeno in seno all’Usc però tutti la pensano allo stesso modo. Il comitato dell’Unione contadini argoviese, ad esempio, ha optato per la libertà di voto. Senza comunicarlo, per evitare polemiche. L’Unione contadini ticinesi non ha preso posizione. Interpellato da ‘laRegione’, il presidente Omar Pedrini si esprime pertanto a titolo personale: «Per molti contadini la 13esima Avs sarebbe benvenuta. Il rischio però è che l’intera categoria ci vada di mezzo nei prossimi anni, se la Confederazione sarà costretta a tagliare sui pagamenti diretti. Insomma, ha poco senso aumentare il potere d’acquisto dei pensionati, se poi verranno sfavoriti i produttori. Giusto a mio avviso sarebbe aumentare le rendite Avs più basse».

L’altra campana è quella dell’Associazione piccoli contadini, che raccomanda di votare sì. Il presidente Kilian Baumann parla di una decisione presa “a larga maggioranza”. “Proprio per le contadine” la 13esima Avs “sarebbe un enorme miglioramento”, ha dichiarato il consigliere nazionale dei Verdi alla ‘Nzz am Sonntag’. In una nota inviata ieri alle redazioni, l’associazione ricorda che “oltre il 70% delle contadine e il 55% dei contadini non possono contare né su un secondo, né su un terzo pilastro”: pertanto, “dipendono in modo particolare da un’Avs sicura”. Si tratta di persone che, “nonostante una lunga e dura vita lavorativa”, da pensionati devono cavarsela “con un piccolo budget che l’inflazione compromette in maniera sostanziale”. L’associazione fa valere anche un altro argomento: una 13esima Avs favorirebbe il ricambio generazionale, agevolando la cessione delle fattorie a eredi o a terze persone al di fuori della famiglia.