Sostegno a Frontex oltre le previsioni, consenso presunto bocciato solo da Svitto e dai semicantoni di Appenzello. Sì alla Lex Netflix dal 58,4%
Tre ‘sì’ compatti sono dunque usciti dalle urne in questa domenica di votazioni federali.
Ecco, tema per tema, la ricapitolazione dei risultati definitivi.
Gli svizzeri hanno approvato la modifica della Legge sui trapianti, che si pone l’obiettivo di ovviare alla penuria di organi e ridurre i tempi d’attesa dei pazienti a cui serve una donazione. La revisione ha superato lo scoglio delle urne con il 60,2% delle schede in favore.
Solo una manciata di cantoni – per la precisione Sciaffusa, i due Appenzello e Svitto – si sono opposti, peraltro tutti di misura. Nutrito invece il campo dei sì, nel quale rientrano pure il Ticino (65,5%) e i Grigioni (58,3%).
Il sostegno è stato enorme in particolare in Romandia, come dimostra l’81,3% di Vaud, il 78,5% di Ginevra, il 77,2% di Neuchâtel o ancora il 75,8% del Giura. Sopra il 70% pure Friborgo e Vallese.
La novità legislativa, che era combattuta da un referendum, introduce il modello del consenso presunto: chiunque non si opporrà esplicitamente al prelievo degli organi sarà considerato in linea di massima un donatore. Attualmente vale invece il contrario, dato che è necessario il beneplacito dell’interessato (o dei familiari) per dare il via libera.
Questo consenso presunto sarà però ‘in senso lato’, dato che i congiunti saranno ancora coinvolti nel processo decisionale qualora le volontà del defunto non fossero chiare. Il cambiamento è stato pensato in primis per sfoltire le liste di attesa, in cui i pazienti possono restare per mesi se non anni.
Frontex: 71% di ‘sì’, sostegno oltre le previsioni
Il potenziamento dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) è stato approvato da oltre il 71% degli svizzeri. Questo sviluppo dell’acquis di Schengen prevede in particolare un aumento del contributo finanziario elvetico fino a 61 milioni di franchi all’anno entro il 2027.
Le percentuali di favorevoli hanno superato le già rosee previsioni dei sondaggi e variano dal 77% di Zugo al 63,5% di Ginevra. Il Ticino si situa al penultimo posto con il 66,3% di sì, mentre i Grigioni sono in linea con il risultato nazionale raggiungendo il 72,15% di voti a favore.
I contributi della Confederazione a Frontex aumenteranno quindi progressivamente nei prossimi anni, passando dai 24 milioni di franchi del 2021 a 61 milioni nel 2027. È previsto anche un incremento del personale messo a disposizione dalla Svizzera. Presumibilmente entro il 2027 gli effettivi saliranno dall’attuale media di circa sei posti a tempo pieno a un massimo di circa 40 posti.
Il referendum era stato lanciato da organizzazioni di tutela dei migranti, con il sostegno dell’area rosso-verde. Gli oppositori però sono risultati divisi: i sondaggi hanno infatti messo in evidenza che la maggioranza degli elettori socialisti e verdi erano favorevoli all’oggetto. Neppure le organizzazioni di difesa dei migranti si sono schierate compatte a favore del referendum: Amnesty International e l’Organizzazione svizzera per l’aiuto ai rifugiati hanno lasciato libertà di voto. L’Udc invece, tradizionalmente contraria a Schengen, si è schierata questa volta per il ‘sì’.
‘Lex Netflix’, chiaro ‘sì’ alla nuova Legge sul cinema (58,4%)
In futuro le piattaforme di streaming saranno obbligate a investire il 4% del rispettivo reddito lordo generato in Svizzera nella produzione di film elvetici indipendenti. Seguendo governo e parlamento, il popolo ha accolto oggi in modo chiaro la riveduta Legge sul cinema, chiamata anche Lex Netflix.
Il testo è stato approvato dal 58,4% dei votanti (1’255’032 voti contro 893’369). La grande maggioranza dei cantoni si è espressa in modo affermativo, con percentuali che vanno dal timido 50,6% di San Gallo all’eclatante 76,1% di Vaud.
In Ticino i favorevoli sono stati il 58,1% dei votanti, nei Grigioni il 56,6%. In linea generale, i cantoni romandi sono stati tendenzialmente più favorevoli. Oltre a Vaud, spiccano Ginevra e Neuchâtel con percentuali di ‘sì’ di rispettivamente il 74,6 e il 70,5%.
Solo sette cantoni hanno invece bocciato la riforma (Uri, Svitto, Obvaldo, Nidvaldo, Sciaffusa, Appenzello Interno e Turgovia). In questi, i ‘no’ non hanno mai superato il 58% (il più ostile è Sciaffusa con il 57,8%).