Svizzera

Ragazze e bimbe drogate e abusate, chiesti 15 anni di prigione

La procuratrice che sostiene l'accusa ha riferito davanti ai giudici delle ripugnanti registrazioni video su cui si basano le accuse

Bustine per contrastare gli effetti
(Keystone)
5 dicembre 2024
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Il Ministero pubblico ha chiesto una condanna a 15 anni di prigione per l'uomo di 39 anni accusato davanti al Tribunale distrettuale di Frauenfeld di ripetuti atti sessuali e stupri commessi su una dozzina di ragazze e bambine drogate con la ketamina.

Nel secondo giorno del dibattimento, la procuratrice che sostiene l'accusa ha riferito davanti ai giudici delle ripugnanti registrazioni video su cui si basano le accuse. Immagini che "per motivi legati alla protezione della personalità non mostriamo in aula", ha detto la procuratrice.

Si tratta di materiale pedopornografico, ritrovato sui supporti digitali sequestrati all'imputato, "estremamente difficile da digerire". Oltre alla pena detentiva, l'accusa chiede una pena pecuniaria di 120 aliquote giornaliere da 30 franchi e l'espulsione dalla Svizzera per 15 anni.

I fatti risalgono al periodo fra il 2016 e il 2020. Secondo l'atto d'accusa, l'imputato ha fatto consumare alle sue vittime – fra cui sette minorenni, comprese bambine di 4 anni, e otto giovani donne – l'anestetico ketamina. Una volta che le ragazze erano prive di coscienza, ne ha abusato sessualmente, filmando il tutto con il telefonino.

In carcere da quattro anni

"È orribile, mi assumo la piena responsabilità", aveva detto martedì l'imputato in lacrime, nel primo giorno di dibattimento, mentre il giudice gli elencava i fatti di cui è accusato. Per il processo di primo grado sono in programma quattro giorni di udienze fino al 12 dicembre.

Il Ministero pubblico accusa l'uomo, originario dell'America Latina, di una lunga serie di reati: tra questi, atti sessuali con fanciulli e con persone inette a resistere, oltre a ripetuti stupri e coazioni sessuali.

L'uomo è stato arrestato e posto in detenzione preventiva nel novembre 2020 e da ormai quattro anni si trova in carcere in regime di espiazione anticipata della pena.

Dal racconto di una bimba alla nonna

Stando all'atto d'accusa, le vittime appartenevano alla cerchia personale del padre di famiglia, che ha inoltre commesso la maggior parte dei reati nella sua abitazione.

A far partire l'inchiesta era stato il racconto fatto alla nonna da una bambina di sette anni. Durante una perquisizione al domicilio dell'uomo, gli investigatori si sono poi imbattuti nei filmati che ritraggono oltre una dozzina di vittime.

Il processo si tiene a porte chiuse e anche per i giornalisti accreditati sono state fissate, in nome della privacy, regole molto severe. È in particolare vietato divulgare qualsiasi informazione che consenta di trarre conclusioni sulle relazioni familiari e sulla nazionalità delle persone coinvolte o sui luoghi dove sono avvenuti i fatti.