Svizzera

Agevolazioni in vista per le imprese nella legge sulle dogane

Il Nazionale ha approvato il mastodontico progetto. Introdotte semplificazioni amministrative e procedure doganali più flessibili. Ora tocca agli Stati

Compiti estesi
(Keystone)

Il Consiglio nazionale vuole ridurre la burocrazia per le imprese. La Camera del popolo ha infatti deciso di introdurre delle agevolazioni amministrative nell'ambito della poderosa revisione totale della legge sulle dogane. Al voto sul complesso, il plenum ha accolto la mastodontica riforma (500 pagine) con 120 voti contro 62 e 8 astenuti. Il dossier passa ora agli Stati.

Dopo un anno di lavoro e di polemiche, la revisione del sistema doganale è arrivata oggi sui banchi del Nazionale. Il progetto è di natura tecnica e riguarda questioni come la digitalizzazione delle dogane (già in corso con il programma DaziT), il profilo professionale dei funzionari doganali e il trattamento dei dati personali sensibili (quali le opinioni religiose, politiche o ideologiche nonché informazioni sulla salute ai fini del perseguimento penale).

La destra ha voluto aggiungere una serie di semplificazioni amministrative e procedure doganali più flessibili. "Attualmente c'è troppa burocrazia e le procedure sono troppo lente per le imprese", ha sostenuto Markus Ritter (Centro/SG) a nome della commissione. La maggioranza commissionale ha quindi aggiunto una serie di punti al progetto originale, contro il parere del Consiglio federale.

‘Sussidio mascherato’

Secondo il campo borghese, l'industria agroalimentare, ad esempio, deve essere sostenuta se vuole rimanere competitiva a livello internazionale. I proventi della vendita all'asta dei contingenti tariffari saranno d'ora in poi trattati come dazi all'importazione. Ciò consentirà alle aziende di essere rimborsate quando le merci vengono riesportate.

La sinistra ha criticato questa soluzione definendola un "sussidio mascherato", in particolare per l'industria della carne. Nel peggiore dei casi, le perdite per le casse della Confederazione ammonteranno a 200 milioni di franchi all'anno, ha deplorato Cédric Wermuth (PS/AG).

Di tutt'altro avviso Markus Ritter (Centro/SG) che, a nome della commissione, ha definito questa cifra "inesatta". Si tratta, a suo dire, di entrate derivanti dall'importazione di carne, la maggior parte delle quali non viene riesportata.

Semplificazioni

Il Consiglio nazionale ha anche deciso di rinunciare alla dichiarazione doganale di alcune merci se non sono soggette a dazi. Quest'obbligo non è necessario per le merci che non sono critiche, ha sottolineato Olivier Feller (PLR/VD), pure a nome della commissione. Si tratta di una semplificazione amministrativa.

Al contrario, si tratta di una revisione completa dei dazi doganali, ha deplorato Sophie Michaud-Gigon (Verdi/VD). Anche in questo caso, la consigliera federale Karin Keller-Sutter si è opposta invano: il programma DaziT mira a digitalizzare le procedure. Ma se non registriamo tutti i dati che passano per la dogana, l'analisi dei rischi dovrà essere fatta manualmente, rallentando l'intero processo, e questo è controproducente, ha precisato inutilmente.

Metalli preziosi e frontiere

Dal canto suo, la sinistra avrebbe voluto approfittare della revisione totale per introdurre una maggiore trasparenza nelle importazioni di metalli preziosi. Ma non ci è riuscita.

A sua volta, l'UDC voleva cogliere l'occasione per rafforzare i controlli alle frontiere. La Svizzera deve effettuare controlli sistematici ai confini nazionali. Questo è il cuore della legge, ha dichiarato invano Thomas Aeschi (UDC/ZG).

La maggioranza del Nazionale vi si è opposta. Il relatore commissionale Olivier Feller ha affermato che è importante evitare qualsiasi confusione sulla ripartizione dei compiti tra l'Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (UDSC) e i Cantoni quando si tratta di controlli sulle persone.

Turismo degli acquisti

Il Consiglio nazionale non ha voluto neppure inserire nella revisione della legge alcuna misura contro il turismo degli acquisti: con 123 voti contro 59 e 4 astenuti, ha respinto una proposta secondo la quale il limite di esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (IVA), attualmente di 300 franchi, per le merci comprate oltre confine dovrebbe essere applicato solo in misura limitata.

La proposta della minoranza della Commissione dell'economia e dei tributi dalla Camera del popolo chiedeva che il limite di esenzione si applicasse solo se qualcuno non avesse ricevuto il rimborso dell'IVA dopo un acquisto all'estero.

Tale proposta creerebbe una situazione del tutto insensata, ha rilevato Beat Walti (PLR/ZH). Si dovrebbe pagare il dazio anche sulla pasta o sui regali acquistati a Milano, perché non ci sarebbe più alcun limite di esenzione.

Guardie confine potranno prelevare campioni DNA

Le guardie di confine potranno invece prelevare un campione di DNA durante i controlli di identità. Il plenum ha infatti adottato una proposta in tal senso del consigliere nazionale Mauro Tuena (UDC/ZH) con 119 voti favorevoli, 70 contrari e 2 astensioni. La sinistra ha tentato invano di opporsi a quella che ha definito una "massiccia espansione dei poteri".

Secondo la proposta, in futuro l'UDSC dovrà essere in grado di prelevare un campione non invasivo da una persona e ordinare la creazione di un profilo del DNA per combattere la criminalità transfrontaliera.

Il plenum ha anche deciso di consentire ai funzionari doganali di portare armi qualora potessero essere esposti a particolari minacce. Su questo punto ha seguito una proposta del Consiglio federale.

Mastodontica riforma

Il progetto di revisione totale, che interessa 57 leggi diverse, aveva già suscitato un certo scalpore. È stato criticato in diverse occasioni, sia dalle commissioni parlamentari che da alcuni funzionari doganali. Non è detto che alla fine il progetto trovi una maggioranza nelle due Camere.

Anche i Cantoni hanno espresso la loro insoddisfazione per gli aspetti relativi alla condivisione delle responsabilità con l'UDSC, in particolare per quanto riguarda i controlli sulle persone. È stato necessario istituire un gruppo di lavoro ad hoc per trovare soluzioni.

Nel giugno dello scorso anno, la Camera del popolo aveva accettato di entrare nel merito sulla riforma proposta dal Governo, nonostante il parere contrario della commissione preparatoria. Quest'ultima avrebbe voluto rimandare il pacchetto al mittente perché lo considerava incompiuto, ma il PS, l'UDC e il PLR avevano fatto pendere l'ago della bilancia in favore di una riforma totale.