L'evento del 2017 causò otto vittime. Il documento svela che le autorità hanno corso un ‘rischio inaccettabile’ non chiudendo i sentieri
Una nuova perizia sulla frana di Bondo (Gr), che nel 2017 causò otto vittime, svela come le autorità abbiano corso un “rischio inaccettabile” non chiudendo in anticipo i sentieri escursionistici. Il caso potrebbe ora finire in tribunale.
Nella sua relazione di quasi 60 pagine, il geologo Thierry Oppikofer è giunto alla conclusione che i sentieri nella zona della frana avrebbero dovuto essere chiusi sulla base di un'analisi dei pericoli. La notizia è stata riferita inizialmente stamani dalla rivista ‘Beobachter’, che ha poi messo il documento a disposizione anche di Keystone-Ats.
Gli esperti del canton Grigioni avevano interpretato i risultati dell'analisi in modo diverso e avevano classificato la minaccia di una frana come “non significativamente cambiata”, scrive Oppikofer. Tuttavia, lo specialista ritiene che i rischi erano notevolmente aumentati e che si sarebbero dunque dovute adottare misure aggiuntive.
Stando alla perizia, il devastante disastro naturale era stato preceduto da cadute di massi. Inoltre, sul Pizzo Cengalo, dalla cui parete nord-est si staccò la frana, erano visibili sezioni di roccia lacerata e crepe.
Insomma, spiega l'esperto, perlomeno non si poteva escludere una imminente catastrofe. Le autorità retiche invece si aspettavano sì una frana, ma solo nelle settimane e nei mesi a venire. Pertanto si erano limitate ad adeguare i segnali di avvertimento.
Nel 2021, il Tribunale federale (Tf), smentendo la giustizia cantonale, aveva dato ragione ai parenti delle otto vittime della tragedia, stabilendo che la procura grigionese dovesse continuare l'indagine penale sui fatti. I giudici losannesi avevano deciso che le conclusioni dei funzionari non bastassero per un'archiviazione e che fosse necessaria una nuova perizia.
In seguito, nel febbraio di quest'anno, il Tribunale cantonale ha ricusato il perito proposto dal Ministero pubblico, ritenendo che il geologo potesse essere di parte. È stato quindi chiamato il vodese Oppikofer. La prossima mossa spetta alla procura: secondo quanto riferisce la televisione svizzerotedesca Srf, si avranno novità in questo senso a inizio 2024.
Quanto portato a galla da Oppikofer potrebbe portare i dipendenti dell'Ufficio foreste e pericoli naturali grigionese a essere denunciati per omicidio colposo. L'organo e gli altri esperti coinvolti nel procedimento non hanno voluto rilasciare commenti.
Durante una delle più grandi frane registrate in Svizzera negli ultimi 130 anni, il 23 agosto 2017 otto persone persero la vita su un sentiero del Pizzo Cengalo, in Val Bondasca. Si tratta di cittadini svizzeri, tedeschi e austriaci, i cui corpi non sono mai stati ritrovati.
Tre milioni di metri cubi di roccia precipitarono a valle. Il villaggio di Bondo, che contava circa 200 abitanti, sfuggì per poco alla distruzione.