La Segreteria di Stato per la migrazione affitterebbe tali impianti dai proprietari cantonali, aprendoli solamente in caso di necessità
Entro la fine dell'estate, nel timore di un afflusso marcato di richiedenti asilo atteso per l'autunno, i Cantoni dovranno esaminare in che misura sono in grado di cedere in via temporanea gli impianti della Protezione civile alla Confederazione. Anche l'esercito dovrà fare un ulteriore sforzo. L'obiettivo? 3mila posti letto supplementari entro l'autunno.
È quanto stabilito dallo Stato maggiore speciale Asilo assieme alla presidenza della Conferenza delle direttrici e dei direttori delle opere sociali, all'Unione delle città svizzere e all'Associazione dei Comuni svizzeri.
Contemporaneamente, l'esercito vaglierà quali delle proprie infrastrutture tuttora utilizzate dalla Segreteria di Stato della migrazione per alloggiare i rifugiati potrebbero essere messe a disposizione anche dopo il 2023.
Secondo le previsioni, indica una nota odierna della Segreteria di Stato, lo scenario più verosimile prevede per l'anno in corso un totale di 27mila richiedenti asilo (+/- 3’000) che, in funzione degli sviluppi a livello geopolitico, potrebbe salire fino a quota 40mila.
Di fronte a questa prospettiva i rappresentanti riuniti nel quadro dello Stato Maggiore sono stati unanimi nell'affermare che occorra fare tutto il possibile per dare a tutti un tetto sulla testa e per non dover attribuire anticipatamente i richiedenti asilo ai Cantoni
Per quanto attiene ai rifugi, la Segreteria di Stato affitterebbe tali impianti dai proprietari cantonali, aprendoli solamente in caso di necessità. La gestione sarebbe assicurata dalla Segreteria di Stato, delegando le mansioni legate ad assistenza e sicurezza a terzi.
Per i posti letto supplementari messi a disposizione della Confederazione i Cantoni otterrebbero le compensazioni usuali previste dalla chiave di ripartizione per richiedenti l'asilo.
Stando alla nota della Segreteria di Stato, i Cantoni con una quota superiore al 5% nella chiave di ripartizione dovrebbero mettere a disposizione un impianto con 200 posti letto. I Cantoni con una quota del 3-5% nella chiave di riparto, un impianto con 150 posti letto e i Cantoni con una quota inferiore al 3%, un impianto con 100 posti letto. La Segreteria di Stato terrà conto delle possibilità limitate dei Cantoni più piccoli.
Gli impianti devono poter essere agibili con un dispendio sostenibile e permettere alle persone di soggiornarvi per diversi mesi. La Segreteria di Stato rimunererà l'utilizzo con le tariffe secondo gli usi locali della Protezione civile.
Nelle intenzioni della Segreteria di Stato, gli impianti dovranno essere disponibili dal 1° settembre prossimo al febbraio 2024 e non soggiacere a impegni contrattuali; il proprietario è d'accordo che la Segreteria di Stato lo prenda in locazione.
Le strutture dovranno essere utilizzabili secondo la capacità indicata per alloggiare richiedenti asilo ed essere in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie (ad esempio, protezione antincendio).
Gli impianti dovranno disporre di servizi igienico-sanitari e di locali adatti per dormire, mangiare e trattenersi al suo interno. Alla luce delle esperienze passate, a seconda della struttura è possibile utilizzare circa un terzo/la metà della capacità nominale. Da ultimo gli impianti dovranno essere serviti dai trasporti pubblici ed essere raggiungibili tutto l'anno con automobili o furgoni per il trasporto di persone.
Nelle prossime settimane, spiega ancora la nota, la Segreteria di Stato cercherà inoltre di stabilire, in collaborazione con l'esercito, in che misura e per quanto tempo potrà continuare a usufruire delle infrastrutture militari che dalla metà dello scorso anno l'armata mette a sua disposizione a titolo temporaneo per l'accoglienza di richiedenti asilo o persone in cerca di protezione. Attualmente, circa 3'800 degli oltre 10mila posti sono rappresentati da infrastrutture dell'esercito.
Di qui alla metà di settembre l'esercito vaglierà inoltre – tenendo conto del proprio mandato – quali ulteriori alloggi o sale polivalenti potrebbero essere adibiti all'accoglienza anche dopo il 2023.