Svizzera

Il Nazionale boccia il giro di vite contro i richiedenti l'asilo

Controllo alle frontiere, zone di transito ed espulsione sistematica dei delinquenti stranieri: è tris di ‘no’

Un centro per richiedenti asilo
(Keystone)
14 giugno 2023
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‘No’ a un ritorno dei controlli alle frontiere, a zone di transito per i richiedenti l'asilo e all'espulsione sistematica dei delinquenti stranieri. Il Consiglio nazionale ha bocciato oggi tutte queste proposte presentate dall'Udc nell'ambito di un dibattito sulla migrazione. È stata invece accolta una mozione di Marco Romano (Centro/Ti) che chiede un accordo di riammissione semplificata tra la Svizzera e l'Austria.

L'Unione democratica di centro aveva chiesto questa sessione straordinaria, depositando cinque testi che preconizzavano un giro di vite in materia di asilo.

Una mozione, che chiedeva un ritorno unilaterale dei controlli alle frontiere, è stata bocciata dal plenum con 134 voti contro 52. Un'altra, che proponeva delle zone di transito alla frontiera svizzera per trattare tutte le domande d'asilo, è stata respinta con lo stesso risultato. Essa chiedeva in particolar che solo le persone che avrebbero ricevuto una risposta positiva avrebbero potuto entrare nella Confederazione.

Un'altra mozione, sostenuta in aula da Piero Marchesi (Udc/Ti), incaricava il Consiglio federale di presentare al Parlamento, entro ottobre 2023, una strategia volta ad aumentare nettamente, nei prossimi anni, il numero di rimpatri e di espulsioni. Il testo è stato bocciato seppur meno chiaramente, con 99 voti contro 83 e 4 astenuti.

La ministra della Giustizia Elisabeth Baume-Schneider ha replicato che il margine di manovra a livello nazionale è limitato e che la migrazione è un fenomeno globale. Non si tratta di una scelta politica, ma del rispetto della legge.

Al voto, come detto, l'unica mozione accolta – con 105 voti contro 81 – è stata quella di Marco Romano che chiede di negoziare un accordo di riammissione semplificata con l'Austria sulla stregua di quanto esiste con l'Italia. Il testo del consigliere nazionale ticinese, che ha sottolineato in aula come Berna e Vienna abbiano un interesse comune in questo ambito, passa ora agli Stati.