A tenere banco in apertura della seconda settimana di sessioni federali è la mozione presentata dal ‘senatore’ Thierry Burkart
Riprendono oggi pomeriggio i dibattiti alle Camere federali, ormai entrate nella seconda settimana di sessione. A tenere banco oggi sarà la mozione, trattata al Consiglio degli Stati, che chiede di allentare le regole per la riesportazione di armi all’Ucraina.
Il testo inoltrato dal presidente del Plr e ‘senatore’ Thierry Burkart (Ag) chiede una modifica della legge federale sul materiale bellico affinché la Confederazione possa rinunciare completamente alla dichiarazione di non riesportazione in caso di fornitura a Paesi che condividono i valori della Svizzera e che hanno un regime di controllo delle esportazioni analogo a quello della Confederazione.
A parere del consigliere agli Stati, la guerra in Ucraina dimostra quanto sia stretta la cooperazione militare tra i Paesi che condividono i valori della Svizzera. Se neghiamo loro il diritto di trasferirsi reciprocamente le armi e i sistemi d’arma acquistati in Svizzera, ostacoliamo i loro sforzi in materia di sicurezza, di cui beneficiamo anche noi. Inoltre, sottolinea Burkart, "ci si potrebbe chiedere per quale motivo tali Paesi dovrebbero ancora voler acquistare armamenti svizzeri se il suddetto diritto fosse negato".
La mozione prende spunto dal diniego opposto dalla Svizzera a Paesi come la Spagna o la Germania di riesportare munizioni prodotte in Svizzera verso l’Ucraina. Di fronte a questo rifiuto, diversi politici tedeschi hanno per esempio minacciato ritorsioni, ossia la rinuncia da parte di Berlino di acquistare nuovi armamenti da produttori elvetici.
Al Consiglio nazionale, dopo l’ora delle domande, i deputati dovranno pronunciarsi sul progetto del governo di destinare parte della truppa – al massimo 500 soldati – alla Segreteria di Stato della migrazione per far fronte al forte afflusso di profughi.
In programma figura anche la legge sulla digitalizzazione del notariato, modifiche del codice di diritto processuale (a livello di divergenze) e la continuazione dell’esame di una lunga serie di iniziative parlamentari.