Svizzera

La mafia nella Confederazione ha cellule in ‘luoghi noti’

La riflessione del procuratore generale della Confederazione Stefan Blättler che lancia un monito: ‘Bisogna fare un passo avanti’

Il pg
(Keystone)
26 novembre 2022
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Il procuratore generale della Confederazione Stefan Blättler vuole intensificare la lotta alle infiltrazioni mafiose in Svizzera. "Bisogna fare un passo avanti", ha dichiarato in un’intervista a "Schweiz am Wochenende".

Ci sono luoghi noti in Svizzera in cui si sospetta la presenza di cellule della ’ndrangheta. In collaborazione con l’Italia, bisognerebbe aprire procedimenti per mafia anche in Svizzera. "Se procediamo da entrambe le parti, sarà più facile condurre le inchieste", sottolinea Blättler.

Una delle grandi debolezze della Svizzera è che il Ministero pubblico della Confederazione non ha una visione d’insieme della situazione nei vari cantoni. "Io ad esempio non ho accesso alle banche dati delle polizie criminali di Turgovia o San Gallo. Non abbiamo un quadro della situazione in tutta la Svizzera", deplora il procuratore federale.

Multe di cinque milioni: "Ridicolo"

Per il capo del Ministero pubblico elvetico occorre intervenire anche a livello legislativo: più precisamente per quel che riguarda le disposizioni sulla responsabilità penale delle società. "Guardate le sanzioni previste: cinque milioni di multa. È ridicolo!", afferma Blättler. "È circa un quarto dello stipendio di un manager di secondo livello. Lo pagano con la piccola cassa".

Blättler vedrebbe di buon occhio uno strumento come il Deferred Prosecution Agreement utilizzato nel mondo anglosassone. In questo modo, le aziende non verrebbero semplicemente multate per riciclaggio di denaro, ma l’azione penale potrebbe essere rinviata dando all’impresa un determinato tempo per adempiere a una serie di prescrizioni riabilitative. "Il nostro obiettivo non può essere quello di sciogliere una società. Ma di avere un’azienda pulita che crea posti di lavoro e paga le tasse", sottolinea Blättler.