Senza una riforma la dotazione del fondo dovrebbe scendere a 43,4 miliardi nel 2032, calcola l’Ufas. Nel 2020 si stimava un calo a 24,9 miliardi
Berna – Le prospettive per l’Avs sembrano meno fosche del previsto, anche senza una riforma della previdenza vecchiaia. Secondo gli ultimi calcoli dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas), i fondi diminuiranno entro il 2032, ma non tanto quanto previsto un anno fa.
Il fondo ammontava a 49,7 miliardi di franchi alla fine dello scorso anno e senza riforma dovrebbe raggiungere i 57 miliardi nel 2026. Dalle prospettive finanziarie pubblicate mercoledì dall’Ufas emerge che la somma si ridurrebbe poi di nuovo fino al 2032, raggiungendo i 43,4 miliardi di franchi.
Nel 2020, l’Ufas aveva ipotizzato che il fondo Avs si sarebbe quasi dimezzato entro il 2032 in assenza di riforme. Fino al 2024, l’Avs avrebbe comunque registrato un risultato positivo grazie agli investimenti di capitale, per poi registrare un deficit dal 2025 in poi. Di conseguenza, il fondo sarebbe sceso da 47,2 miliardi a 24,9 miliardi nel 2032.
Secondo le nuove prospettive, l’Avs finirebbe nelle cifre rosse solo nel 2029, anche senza riforma. Nel 2029 registrerebbe una perdita di 1,6 miliardi di franchi e un risultato negativo di 3,8 miliardi nel 2032.
L’Ufas spiega questo miglioramento delle prospettive con un adeguamento dei dati di riferimento (demografia, crescita, inflazione ecc.) e con i risultati "buoni e migliori del previsto" del conto operativo.
Il 25 settembre gli aventi diritto voteranno sulla riforma della previdenza vecchiaia, che prevede un aumento dell’età pensionabile per le donne a 65 anni. I sindacati si oppongono e hanno lanciato un referendum.
Se la riforma dell’Avs dovesse entrare in vigore nel 2024, l’Ufas prevede un deficit dell’Avs a partire dal 2031 (984 milioni di franchi). Il capitale del fondo Avs aumenterebbe a 65,7 miliardi di franchi fino al 2030, per poi scendere a 62,2 miliardi di franchi nel 2032.