Nei primi quattro mesi dell’anno 1’448 aziende hanno dovuto chiudere per insolvenza (+15% rispetto al 2021), 85 a sud del Gottardo (-10%)
Sono in sensibile aumento i fallimenti aziendali in Svizzera. Ma non in Ticino, dove c’è invece stata un calo. Lo indicano i dati pubblicati oggi dalla società di informazioni economiche Dun & Bradstreet (D&B), che mettono anche in luce una lieve flessione sul fronte delle nascite di nuove imprese.
Nei primi quattro mesi del 2022 le ditte che hanno dovuto chiudere per insolvenza sono state 1’448 a livello elvetico, il 15% in più dello stesso periodo del 2021. Il dato nasconde peraltro una realtà regionale assai variegata: spiccano per esempio il +52% di Zurigo e il +53% di San Gallo e dei Grigioni (29 casi), nonché il +72% di Svitto, mentre in contro tendenza sono ad esempio Vaud (-3%) e in particolare il Ticino (-10% a 85).
Ai fallimenti per incapacità a far fronte ai pagamenti vanno poi aggiunti quelli per lacune nell’organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioni): il numero complessivo sale così a 2’465 (+28%) a livello svizzero, a 181 in Ticino (-13%) e a 56 nei Grigioni (+115%).
Se diverse aziende devono abbassare le saracinesche, non poche al contrario aprono i battenti: le nuove iscrizioni al registro di commercio nella Confederazione sono state 16’639 nel periodo in esame, valore in flessione del 5% su base annua. Ticino (-8% a 729) e Grigioni (-4% a 358) seguono la stessa tendenza.