Lo chiede un’iniziativa popolare. Maillard (Uss): ‘Si rafforzerebbe la vecchiaia senza attingere ulteriormente al portafoglio dei lavoratori’
Grazie ai tassi d’interesse negativi e agli utili realizzati, negli ultimi anni la Banca nazionale svizzera (Bns) ha accumulato miliardi di franchi; soldi che spettano alla popolazione. È il presupposto dal quale parte un’iniziativa popolare lanciata oggi, che vuole destinare parte di questi guadagni al finanziamento dell’Avs.
Secondo i promotori, nella fattispecie i sindacati insieme al Ps e ad altri partner, l’‘Iniziativa sulla Bns’ dimostra che è possibile avere un’Avs solida senza alzare l’età di pensionamento. Essa offre quindi un’alternativa credibile agli attacchi del parlamento contro le pensioni, annotano gli iniziativisti.
"Si tratta di una soluzione semplice, che non fa male a nessuno e non danneggia il potere d’acquisto", aggiunge il presidente dell’Unione sindacale svizzera (Uss) Pierre-Yves Maillard. Gli iniziativisti hanno tempo fino al 24 novembre 2023 per raccogliere le 100’000 firme necessarie.
Le prestazioni dell’Avs non tengono il passo con l’aumento del costo della vita e le rendite del secondo pilastro sono in caduta libera: molti pensionati non hanno semplicemente più abbastanza soldi per vivere, denuncia Maillard. Per contro, il potenziale di distribuzione della Bns è a un livello storico. Versare parte degli utili della Banca nazionale all’Avs rafforzerebbe insomma la previdenza per la vecchiaia senza attingere ulteriormente al portafoglio dei lavoratori.
Il popolo svizzero ha deciso che la rendita Avs deve garantire un minimo vitale, iscrivendo tale esigenza nella Costituzione. "È questo l’obiettivo da sempre dell’assicurazione: consentire a tutti un’esistenza dignitosa", insiste Maillard. Tuttavia, oggi ciò non è messo in atto. Al contrario, una rendita media si ferma a 1’800 franchi, ossia il 21% del salario medio. In precedenza, questa quota superava il 26%, afferma il capoeconomista dell’Uss Daniel Lampart.
"Purtroppo, da fine anni 80-inizio anni 90, la maggioranza politica ha dimenticato l’importanza del livello delle rendite", continua Maillard. Il Consiglio degli Stati ha bocciato l’idea di finanziare l’Avs con gli utili della Bns, che invece era stata approvata dal Consiglio nazionale, sottolinea il presidente dell’Uss, a sua volta membro della Camera del popolo.
Stando ai sindacati e alla sinistra, queste rendite andrebbero alzate e non diminuite, come attualmente previsto. Malgrado ciò, lamentano, governo e parlamento non trovano di meglio che peggiorare ancor di più la situazione, in primis optando per un aumento dell’età di pensionamento delle donne. Chi sta per abbandonare il mondo del lavoro o è sul punto di farlo avrà a disposizione molto meno denaro delle generazioni precedenti e questo, da parecchio tempo, è il loro allarme.
In passato, quando la Bns aveva ottenuto utili particolarmente elevati, l’Avs ne aveva beneficiato, dichiara Lampart citando l’esempio del 2007, quando l’assicurazione ricevette 7 miliardi di franchi provenienti dalla vendita delle riserve d’oro in eccesso. Una distribuzione si giustifica anche col fatto che i tassi negativi della banca – che tra il 2015 e il 2021 le hanno permesso di incassare 11,3 miliardi – hanno un impatto sulla previdenza vecchiaia.
Il testo chiede dunque che in caso di utili e riserve per distribuzioni elevate una parte sia stanziata all’Avs. Il totale dei guadagni da far risalire agli interessi negativi dovrà d’altro canto essere trasferito con un versamento unico al fondo Avs.
Stando ai calcoli esposti da Lampart, se i profitti legati ai tassi negativi fossero destinati all’Avs, il capitale di quest’ultima nel 2032 non sarebbe inferiore a oggi, nonostante l’invecchiamento demografico. Il finanziamento sarebbe quindi assicurato per i prossimi dieci anni. Per l’esperto, se l’assicurazione ricevesse anche una parte degli utili della Bns, si potrebbe sovvenzionare un rialzo delle rendite. Un versamento supplementare di 2 miliardi all’anno sarebbe realistico.
Inoltre, l’iniziativa non presenterebbe alcuna minaccia all’indipendenza in materia di politica monetaria della Bns, fanno notare i fautori del testo rispondendo alle preoccupazioni della stessa Banca nazionale e di economiesuisse. "Già ora elargisce a Confederazione e Cantoni 6 miliardi all’anno sui 1’000 miliardi che possiede. Con la nostra iniziativa questa cifra passerebbe a 8 o 10 miliardi, una differenza minima", è la tesi di Lampart.
La distribuzione degli utili all’Avs avverrebbe poi solo se le riserve fossero particolarmente consistenti. Resterebbe intatta pure la parte che attualmente spetta ai Cantoni: "Con 4 miliardi sono già ben serviti, non servono soldi in più", puntualizza Lampart.