Secondo gli iniziativisti, i genitori non dovrebbero spendere più del 10% del loro reddito per l’assistenza extrafamiliare
Un comitato interpartitico ha lanciato oggi la raccolta delle firme per l’"iniziativa sugli asili nido", che mira a garantire ad ogni bambino il diritto all’assistenza extrafamiliare. I genitori non dovrebbero spendere più del 10% del loro reddito a questo scopo.
L’offerta e i costi degli asili nido e di altre strutture per l’infanzia dipendono fortemente dal luogo in cui si vive, hanno denunciato i promotori dell’iniziativa popolare federale "Per una custodia di bambini complementare alla famiglia che sia di qualità e a prezzi abbordabili per tutti (Iniziativa sugli asili nido)".
La proposta di modifica costituzionale prevede una soluzione a livello nazionale e "mira a garantire un’offerta sufficiente e adeguata ai bisogni in materia di custodia istituzionale di bambini complementare alla famiglia", recita il testo.
Oltre agli asili nido e ai centri diurni, l’iniziativa ha come obiettivo di rendere l’intera gamma di servizi extrafamiliari e parascolastici per l’infanzia accessibili e convenienti per le famiglie, ha spiegato la consigliera nazionale Min Li Marti (PS/ZH). Il testo concerne anche le cosiddette famiglie diurne.
L’iniziativa chiede che ogni bambino che ha bisogno di un posto di assistenza fuori casa ne abbia diritto. I Cantoni devono fornirne in maniera sufficiente e la Confederazione deve assumerne i due terzi dei costi.
Le spese per le famiglie non dovrebbero superare il 10% del reddito dei genitori. I prezzi dovrebbero anche essere modulati in funzione delle loro entrate. Il testo chiede pure una retribuzione adeguata e migliori condizioni di lavoro per il personale.
Disporre di "posti sufficienti per la cura dei bambini è una delle condizioni per l’uguaglianza" tra uomini e donne, ha detto la consigliera nazionale Valérie Piller Carrard (PS/FR). "Questo contribuisce a una migliore conciliazione della vita familiare e professionale".
Secondo la socialista friburghese, l’assistenza all’infanzia dovrebbe essere un servizio pubblico. "Proprio come la scuola, gli asili nido devono essere accessibili a tutti i bambini".
Gli aiuti federali per l’istituzione di asili nido hanno "permesso la creazione di più di 60’000 nuovi posti di assistenza all’infanzia, ma questa cifra non copre assolutamente tutti i bisogni in questo settore", ha affermato la presidente del Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari (VPOD/SSP) e consigliera nazionale Katharina Prelicz-Huber (Verdi/ZH). "Molte strutture sono finanziariamente in difficoltà", ha aggiunto.
Con l’iniziativa, il denaro investito dalla Confederazione verrebbe recuperato grazie al potenziamento del lavoro dei genitori, soprattutto delle madri, e grazie all’aumento del gettito fiscale che ne deriverebbe, ha sottolineato Prelicz-Huber.
Il consigliere nazionale dell’Alleanza del Centro Martin Landolt (GL) ha giustificato il suo sostegno all’iniziativa con la carenza di personale qualificato. È "spaventoso" che la Svizzera si permetta di fare a meno delle donne che vorrebbero lavorare di più. Nessuno dovrebbe essere sorpreso se le aziende reclutano specialisti all’estero quando il potenziale nazionale non viene sfruttato, ha detto il glaronese.
Il consigliere nazionale dei Verdi liberali Roland Fischer (LU) ha sottolineato che i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) spendono in media lo 0,8% del loro prodotto interno lordo per la cura dei bambini. In Scandinavia la quota è addirittura del 2%, mentre in Svizzera è dello 0,1%.
Il lancio dell’iniziativa è stato approvato un mese fa quasi all’unanimità dall’assemblea dei delegati del PS a Ginevra. Il testo è sostenuto dall’Alleanza del Centro, dai Verdi liberali, dai Verdi e dai sindacati.