È cominciato il dibattito fiume alla Camera del popolo. Il controprogetto governativo ha buone chance. Ma la maggioranza vuole agire a livello di legge.
Berna – È iniziato mercoledì pomeriggio al Consiglio nazionale il lunghissimo dibattito – la presidente Irène Kälin (Verdi/Ag) ritiene che durerà complessivamente 8 ore – sull’iniziativa popolare "per i ghiacciai" e sul relativo controprogetto. Dopo i primi interventi appare chiaro che la proposta di modifica costituzionale sarà bocciata e la controproposta accolta.
L’iniziativa "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)", depositata il 27 novembre 2019 dall’Associazione svizzera per la protezione del clima, chiede che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta più gas serra di quanto i serbatoi naturali e tecnici di CO2 ne possano assorbire. Contemporaneamente non dovrà in linea di principio più essere possibile immettere sul mercato combustibili e carburanti di origine fossile. Deroghe sarebbero possibili per le applicazioni per le quali non esistono alternative tecniche.
È quest’ultimo aspetto che non piace al governo, alla commissione preparatoria e alla maggioranza dei consiglieri nazionali che si sono espressi mercoledì, i quali chiedono una formulazione più blanda. Per questo motivo la maggioranza sostiene il controprogetto proposto dal Consiglio federale che riprende l’obiettivo di un saldo netto delle emissioni, ma che tiene conto maggiormente degli interessi in gioco circa combustibili e carburanti fossili.
Sebbene la commissione sostenga il controprogetto diretto proposto dal governo, ha detto il relatore commissionale Jacques Bourgeois (Plr/Fr), vorremmo tuttavia che la controproposta venisse elaborata in modo indiretto, ossia a livello di legge e non di Costituzione federale. Il motivo? Questa strada è più veloce, ha sostenuto il friburghese.
Nell’attesa dell’elaborazione della legge, che dovrebbe essere pronta per la sessione estiva, è però necessario approvare il controprogetto diretto allo scopo di poter prorogare di un anno i termini di trattazione dell’iniziativa, ha poi precisato Bourgeois. In caso contrario la raccomandazione di voto sull’iniziativa andrà definita nella sessione estiva.
Esprimendosi sugli obiettivi dell’iniziativa, Bourgeois ha detto di essere preoccupato per il cambiamento climatico, anche perché in Svizzera il riscaldamento ambientale è più pronunciato. "Il nostro Paese ha registrato un aumento medio della temperatura doppio rispetto a quello osservato a livello mondiale", ha spiegato il friburghese. Per questo motivo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 è indiscusso.
Di "sfida significativa" ha parlato Matthias Jauslin (Plr/Ag). Per l’argoviese le contromisure devono essere "ecologicamente, economicamente e socialmente sostenibili". Solo così possono essere "efficaci, accessibili e accettabili per la popolazione".
Jauslin ha chiesto una politica ambientale liberale: gli obiettivi climatici sono raggiungibili con l’innovazione e buone condizioni quadro, non con rigide politiche proibizioniste. In questo senso l’argoviese chiede che l’iniziativa venga bocciata a favore del controprogetto. Quest’ultimo ha il pregio di prendere esplicitamente in considerazione anche le situazioni delle regioni di montagna e periferiche, ha aggiunto Priska Wismer-Felder (Centro/Lu).
A sinistra, il Ps chiede di approvare l’iniziativa e il controprogetto. "Insieme, questi due dossier permetteranno al nostro Paese di recuperare un po’ del ritardo accumulato in questo compito fondamentale del XXI secolo", ha detto Baptiste Hurni (Ps/Ne).
Parlando del consumo di gas, Roger Nordmann (Ps/Vd) ha spiegato, alludendo all’invasione dell’Ucraina, come gli investimenti nelle energie rinnovabili sono importanti anche da un punto di vista geostrategico. Con le proposte in discussione "non stiamo solo imponendo sanzioni al regime russo, non stiamo solo condannando la guerra, ma stiamo cercando di fermare il suo finanziamento", ha sostenuto il vodese.
Per Bastien Girod (Verdi/Zh), che ha evocato l’aumento degli eventi meteorologici estremi, lo scioglimento dei ghiacciai è solo la punta dell’iceberg. Per lo zurighese non si può tergiversare: "Ci stiamo avvicinando sempre più al punto di non ritorno". La vita sulla Terra sarà minacciata con un riscaldamento superiore a 1,5 gradi. Per questo motivo, ha aggiunto lo zurighese, l’iniziativa popolare va accettata. L’ecologista si è invece detto contrario al controprogetto diretto, che a suo dire non porta nessun plusvalore rispetto all’iniziativa.
L’Udc è invece contraria sia all’iniziativa che al controprogetto. "Il popolo ha chiaramente detto ‘no’, respingendo la legge sul CO2, agli obiettivi irrealistici della sinistra", ha detto Christian Imark (Udc/So). "Le proposte nebulose non ci portano da nessuna parte", ha aggiunto sostenendo come la Svizzera, a livello internazionale, è già sulla buona strada per quel che concerne le emissioni di CO2.
In ogni caso, ha proseguito Imark, la priorità va data alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico. "Non si può semplicemente decidere di bandire i combustibili fossili senza pensare alla loro sostituzione", ha aggiunto Pierre-André Page (Udc/Fr).
Le discussioni, interrotte alle 19, riprenderanno domani mattina.