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Covid: sì all’archivio dati dei clienti delle discoteche

Il Tribunale federale ha respinto il reclamo di un avvocato: conservare nomi, indirizzi e numeri di telefono non è una grave violazione dei diritti

Una discoteca di Losanna
(Keystone)
13 ottobre 2021
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I gestori di discoteche nel canton Berna devono continuare a trasmettere i dati di contatto dei loro clienti a una banca dati centrale. Il Tribunale federale (Tf) ha infatti respinto il reclamo di un avvocato che riteneva mancasse la base giuridica per l’archiviazione centrale dei dati.

Il legale dava per scontato che il Cantone non potesse dettare un regolamento per la trasmissione automatica dei dati, poiché il tracciamento era già stato regolato definitivamente con la legge federale sulle epidemie. Su questa base il Consiglio federale aveva poi adottato nell’ordinanza Covid-19 una regolamentazione complementare sulla raccolta di dati, secondo la quale i gestori di locali da ballo devono fornire dati in risposta a una richiesta specifica.

Nella sentenza pubblicata oggi la corte suprema con sede a Losanna conclude invece che l’ordinanza emessa dal Consiglio di Stato bernese ha una base legale sufficiente, e non vìola né la legge sull’epidemia né l’ordinanza federale. È opportuno e conveniente conservare i dati in modo centralizzato per due settimane, poiché in tal modo si possono informare rapidamente le persone infettate, spiega il verdetto.

E – aggiungono i giudici supremi – conservare nome, cognome, indirizzo, numero di telefono e data di nascita non è una grave violazione dei diritti fondamentali. Inoltre i principi della legge cantonale sulla protezione dei dati si applicano anche se la loro salvaguardia è affidata a una azienda privata esterna all’amministrazione. Ristoranti e bar non devono invece più raccogliere i dati degli avventori dopo l’estensione dell’obbligo del certificato Covid.

La questione non è però ancora definitivamente liquidata. Una seconda denuncia dello stesso avvocato presentata per motivi formali è ancora pendente, ha detto il legale all’agenzia Keystone-Ats. Nel corso di questo procedimento giudiziario, egli ha presentato nuovi elementi che, a suo avviso, non sono stati presi in considerazione nella prima sentenza. In particolare una dichiarazione pubblicata in agosto dell’incaricato federale della protezione dei dati, secondo il quale il diritto federale non prevede una banca dati centrale dei contatti, ed essa sarebbe anche problematica in termini di tutela delle informazioni raccolte. Il legale ha deplorato il fatto che i due procedimenti non siano stati uniti.