Presentato l'accordo fra Italia e Svizzera sulla tassazione dei frontalieri. 'Consolidate le relazioni bilaterali, possibile mandare avanti altri dossier'
L'accordo fiscale sui frontalieri raggiunto e firmato questa mattina da Svizzera e Italia è stato illustrato in conferenza stampa. Presenti Ignazio Cassis, Capo del Dipartimento federale degli affari esteri, Norman Gobbi, Presidente del Consiglio di Stato, Christian Vitta, Direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia, Daniela Stoffel, Segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali del Dipartimento federale delle finanze (Dff)
Gobbi: «Il Consiglio di Stato prende atto con soddisfazione del nuovo accordo che sostituisce quello, vetusto, del 1974. La firma di questo accordo chiude un ciclo iniziato oltre 10 anni or sono e che ha pesato sulle relazioni con la vicina Italia. Anche quando l'intesa sembrava lontana, il canton Ticino ha continuato a lavorare per i suoi cittadini in collaborazione con il governo federale per giungere alla conclusione dell'accordo parafato nel 2015. Importante anche la collaborazione con la Lombardia».
Cassis: «Accordo importante per il valore simbolico della firma in tempi stretti, e perchè regola una questione giuridica aperta da diversi anni e dà certezza e prevedibilità del diritto. A volte i rapporti bilaterali sono dati per scontati e a volte trascurati: in seguito allo sforzo profuso, Governo italiano e Consiglio Federale hanno preso atto dell'importanza dei rapporti fra Italia e Svizzera. La Svizzera e l'Italia condividono più che una frontiera comune, il legame è fondato oltre che su aspetti economici, anche su legami familiari: Svizzera e Italia scambiano beni e servizi per 1 miliardo di franchi la settimana, l'Italia è il terzo partner commerciale dopo Germania e Usa. L'elevato grado di integrazione transfrontaliera è un unicum e come tale va curato. La situazione eccezionale causata dalla pandemia ha evidenziato quanto Italia e Svizzera siano partner di assoluto rilievo sotto tutti i punti di vista. La Svizzera ha sostenuto l'Italia durante la prima ondata della crisi, con la spedizione di materiale, e particolarmente importante la riapertura coordinata delle frontiere. La stretta collaborazione fra Svizzera e Italia negli sforzi per contenere la pandemia ha consolidato la consapevolezza dell'importanta delle relazioni bilaterali e dei rapporti della Svizzera con l'Unione Europa, le relazioni Svizzera-Italia hanno acquisito una narrativa più positiva data dal "momentum" creato. Si ricorda lo scambio di note di dicembre in merito al regime doganale e fiscale di Campione d'Italia, l'accordo di mutuo riconoscimento sugli accordi radiometrici, gli otto incontri ministeriali con la visita della presidente Simonetta Sommaruga in Italia quest'anno a Roma»
L'accordo, ha proseguito Cassis, supera il "malessere" nelle relazioni bilaterali. L'intesa si basa sulla reciprocità, elemento assente nella prima bozza parafata, e trova un punto di incontro sulla regola del mantenimento delle relazioni esistenti sugli attuali frontalieri e la ripartizione del gettito per quanto riguarda i nuovi frontalieri.
Christian Vitta: «Saluto positivamente la firma dell'accordo sulla fiscalità dei frontalieri. Si tratta di un obiettivo che il Consiglio di Stato si era posto, per raggiungere due obiettivi: tutelare il mercato del lavoro ticinese e garantire maggiore parità di trattamento, evitando condizioni più favorevoli per l'accesso al lavoro per i lavoratori frontalieri; in secondo luogo, il Consiglio di Stato ritiene importante attendere un aumento della quota parte del gettito fiscale a favore del Ticino. A questi due punti si aggiunge la certezza del diritto con una definizione chiara del concetto di frontaliere. La tassazione definitiva alla fonte facilita poi gli accessi gestionali a livello economico e amministrativo. Col passare del tempo si arriverà fra 11 anni ad un beneficio netto per il Ticino con la tassazione al 100% in Svizzera dei frontalieri che rimangono a lavorare nel nostro Paese»
Vitta ha sottolineato come il clima delle relazioni attuali spinga a risolvere il dossier dell'accesso ai servizi finanziari trasfrontalieri da parte del mercato italiano.
Stoffel: «La soluzione trovata è ideale e praticabile. Importante il contributo dei cantoni di frontiera nel giungere all'accordo nei termini odierni»
Il beneficio netto per il Cantone in una fase transitoria sarà inizialmente simile a quello attuale quanto a introiti, il sistema una volta a regime avrà un doppio binario fra frontalieri attualmente attivi, con il vecchio regime, e i nuovi frontalieri con il nuovo. All'undicesimo anno tutti gli introiti dei frontalieri rimarranno nel Paese in cui operano. Si prevedono introiti per svariate decine di milioni di franchi, dati più precisi potranno essere forniti nelle prossime settimane poichè essi dipendono anche dall'evoluzione del numero di frontalieri e dall'impatto su di esso del nuovo regime.