La banca zurighese ha accantonato quasi 80 milioni di franchi per chiudere la vicenda dello scandalo corruzione della Federazione internazionale di calcio
La banca Julius Bär ha raggiunto un accordo con il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti (DoJ) sullo scandalo di corruzione della Federazione internazionale di calcio (FIFA). L'istituto di credito zurighese ha accantonato 79,7 milioni di dollari (71,7 milioni di franchi al cambio attuale) per garantire un pagamento di un importo non specificato. Queste nuove riserve avranno un impatto sul risultato del 2020, ha indicato oggi Julius Bär in un comunicato. L'accordo prevede una clausola di non perseguimento per tre anni. "Su questa vicenda sarà presto trovata una soluzione definitiva: un segnale di un ulteriore passo avanti negli sforzi della direzione del gruppo bancario per mettere fine alle questioni legali ancora pendenti, in collaborazione con le autorità competenti", si legge nella nota.
A metà settembre la banca aveva assicurato di essere vicina al raggiungimento di un accordo sullo scandalo di corruzione della FIFA. Si prevedeva che l'accordo avrebbe superato i 10 milioni di dollari. A febbraio, dopo un'indagine approfondita, l'Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) aveva denunciato gravi carenze della banca zurighese in questa vicenda, scoppiata nel maggio 2015 in seguito all'arresto a Zurigo di diversi dirigenti della federcalcio mondiale. Puntando il dito contro relazioni e transazioni bancarie discutibili, l'autorità di vigilanza aveva esortato Julius Bär ad adottare misure per rispettare i suoi obblighi giuridici in materia di riciclaggio di denaro, ma anche a rivedere la sua politica in materia di assunzione di consulenti per la clientela.
L'istituto di credito aveva condotto un'indagine interna in seguito al suo coinvolgimento nel caso. I fatti risalgono al periodo in cui Boris Collardi era a capo della banca. Collardi, oggi attivo presso il gruppo bancario ginevrino Pictet, è stato ampiamente criticato per la sua imprudente strategia di crescita quando era alla guida di Julius Bär.