Svizzera

Fedpol non si lascerà più ingannare dai colleghi italiani 

12 maggio 2016
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L’Ufficio federale di polizia (Fedpol) non si lascerà più ingannare dalla polizia italiana, come avvenuto in occasione dell’arresto di mafiosi in Vallese, a marzo. Risponde così il Consiglio federale a un’interpellanza. Lo scorso 8 marzo la Polizia di Stato italiana ha messo su internet un filmato che mostra che agenti italiani erano presenti all’operazione e hanno proceduto essi stessi all’arresto di membri della ’Ndrangheta. Il consigliere agli Stati Beat Rieder (Ppd) ha chiesto al governo se Fedpol fosse al corrente di quel che stava avvenendo e perché non fosse intervenuta dopo aver constatato l’attività illegale della polizia italiana, sequestrando il filmato. Il Consiglio federale nella sua risposta precisa che Fedpol ha eseguito, su mandato del Ministero pubblico della Confederazione (Mpc), perquisizioni domiciliari nel comune vallesano di Saas-Grund. All’operazione hanno assistito, su autorizzazione dell’Mpc, anche agenti italiani, i quali erano stati preventivamente informati che sarebbero stati presenti «soltanto in veste di osservatori e che non avrebbero in alcun modo potuto partecipare attivamente». La polizia italiana era stata autorizzata a scattare soltanto una fotografia, a condizione che fosse destinata unicamente ad essere inclusa nei fascicoli, e dunque esclusivamente per scopi di servizio, scrive ancora il governo, precisando che Fedpol «non aveva dato il proprio assenso a filmare alcuna scena dell’operazione e non era al corrente dell’intenzione degli agenti italiani di effettuare delle riprese». Inoltre, il filmato diffuso su Internet non mostra la scena dell’arresto. Quest’ultimo era stato infatti eseguito precedentemente dalla polizia vallesana. Nel momento in cui la polizia cantonale stava scortando la persona arrestata all’esterno della sua abitazione e i collaboratori di Fedpol stavano ultimando la perquisizione domiciliare, gli italiani hanno procedute alle riprese filmate. Infine, siccome il filmato era stato girato all’insaputa di Fedpol, non è stato possibile procedere al suo sequestro. Quanto accaduto – conclude il Consiglio federale – ha sensibilizzato Fedpol, che si adopererà affinché simili inconvenienti non si ripresentino più in futuro.