Il giovane spagnolo, al terzo successo in un torneo dello Slam, ha superato in finale al quinto set il tedesco Zverev
Si è conclusa a favore di Carlitos Alcaraz la maratona della finale parigina: lo spagnolo ha avuto la meglio del tedesco Zverev soltanto al termine del quinto set, coi parziali di 6-3 2-6 5-7 6-1 6-2. Avvincente e ricco di capovolgimenti di fronte – ma anche di qualche polemica per alcune chiamate arbitrali assai dubbie a favore del vincitore – l’atto conclusivo degli Internazionali di Francia è durato ben 4 ore e 19 minuti.
Il primo set, con diversi break e controbreak figli probabilmente della tensione con cui entrambi i giocatori sono scesi in campo, se l’è aggiudicato Alcaraz, mentre la seconda partita – più lineare – è stata vinta dal tedesco. Clamoroso invece l’andamento del terzo set, che vedeva lo spagnolo in vantaggio per 5-2 per poi farsi rimontare e andare a perderlo per 7-5. Alcataz, ad ogni modo, non si è fatto demoralizzare, e nei due round conclusivi si è mostrato più creativo, più solido e più completo, malgrado qualche dolore alla coscia sinistra. I punti più importanti sono stati meglio gestiti dall’iberico: benché abbia perso il servizio sei volte, è stato però capace a sua volta di annullare a Zverev ben 17 palle di break.
Purtroppo, la finale sarà ricordata anche per ciò che è parso un grossolano errore di valutazione del giudice di sedia, che non ha concesso a Zverev un punto (controbreak) che lo avrebbe riportato sul 2-2 nel corso del quinto set. A quel punto, per la frustrazione, il tedesco ha perso la lucidità e ha cominciato in pratica a naufragare.
Era la terza finale in carriera in un torneo dello Slam per lo spagnolo – tutte vinte –, soltanto la seconda per il tedesco, uscito sempre sconfitto. Zverev, in precedenza, era stato superato a New York nel 2020 da Dominic Thiem, dopo essere andato a servire per il titolo. È dunque fallito il tentativo del 27enne di Amburgo di diventare il terzo tedesco a vincere un titolo dello Slam, exploit riuscito nel passato soltanto a Boris Becker e a Michael Stich.
A 21 anni e 1 mese, Alcaraz – già trionfatore agli Us Open del 2022 e a Wimbledon lo scorso anno, è il più giovane giocatore a vincere nel Grande Slam su tre superfici diverse. Inoltre, diventa il settimo tennista nell’era Open (cioè dal 1968) a vincere tutte e tre le prime finali maggiori disputate. L’ultimo a riuscirci era stato l’elvetico Stan Wawrinka, mentre il record in questa speciale classifica appartiene a un altro svizzero, vale a dire Roger Federer, che fu capace di imporsi addirittura nelle prime sette finali di Slam a cui prese parte. Entrambi i rossocrociati furono poi fermati da Rafael Nadal, fra l’altro sempre sulla terra battuta parigina, nel 2017 e nel 2006.
Alcaraz si era qualificato per la finale venerdì, estromettendo – anche in quel caso in 5 set – l’italiano Yannik Sinner, nuovo numero 1 al mondo. La sua rivalità con l’altoatesino, che aveva sconfitto in 5 partite anche nel suo cammino vincente agli Us Open del 2022, si annuncia davvero intrigante. Lo spagnolo, però, non dovrà temere per il futuro soltanto i colpi dell’azzurro, ma anche il proprio fisico, che gli ha già dato più di un fastidio in questi primi anni di carriera. Nel 2023 aveva infatti dovuto rinunciare per problemi di salute all’Open Australiano, mentre nel 2022 fu costretto a dare forfait per i Masters. Inoltre, di recente ha sofferto a causa di guai al braccio destro, che gli hanno consentito di giocare un solo torneo sulla terra battuta quest’anno prima di Parigi, vale a dire quello di Madrid.