Tennis

Il Ladies Open e quel sogno circuito maggiore

È scattata ieri la terza edizione. Stefano Brunetti: ‘Lavoriamo alacremente per cercare di ampliare la nostra offerta e crescere di livello’

Celine Naef, Mirra Andreeva e Stefano Brunetti
(Photo Nicola Demaldi/Itf-Wtt)
17 aprile 2023
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Dal cemento di Bratislava, in Slovacchia, all'ormai sempre più incandescente terra rossa di Bellinzona. Fra le stelle più luminose della terza edizione del Ladies Open, scattata ieri, spicca quella di Lucia Bronzetti (Wta 79), ancora in campo a poche ore dall'intensa (e vittoriosa per la sua Italia) tre giorni della fase preliminare della Billie Jean King Cup. Trofeo conquistato a novembre dalla Nazionale svizzera e finora rimasto segregato a Bienne, ma, grazie alla collaborazione di SwissTennis e René Stammbach, ammirabile in esclusiva da mercoledì all'ombra dei Castelli. Il torneo della capitale è infatti un appuntamento immancabile sul circuito internazionale femminile: organizzati in ben tre occasioni i Campionati nazionali junior, il locale tennis club ha accettato di buongrado di ‘rimpiazzare’ in piena emergenza sanitaria quello di Chiasso. «Durante il primo giorno di attività mi sono ripromesso di chiudere sempre almeno in pareggio, mai in rosso, i conti – spiega a laRegione il direttore Stefano Brunetti nel bel mezzo del sorteggio del tabellone principale –. E finora tutto è filato liscio (o quasi) come l'olio». Una settimana completamente immersi fra palline e racchette, questa edizione ampliata sino a 48 partecipanti così da rimediare alla cancellazione del torneo 250 di Istanbul. Nei campi è un continuo viavai di giocatrici intenzionata a rilanciare il più rapidamente possibile la loro carriera. E, altre più giovani, determinate invece a emergere, com'è il caso della rossocrociata Alina Granwehr, eliminata nelle qualificazioni dall'australiana Tina Nadine Smith al termine di una vera e propria maratona.

La macchina organizzativa si è ripromessa di curare di più il contorno offerto a spettatori e addetti ai lavori, migliorando l'ospitalità e l'arredo del centro multifunzionale. «Lasciate alle spalle – continua – due edizioni di sofferenza, si è deciso d'investire in chiave futura e abbellire la terrazza in modo da orientarci sempre di più in direzione dei tornei del circuito maggiore». Il problema? «I finanziamenti: il Ticino ha un potenziale enorme, ma spesso prevale la paura di non riuscire a organizzare una manifestazione di ampio respiro. Ho incontrato parecchi bastoni fra le ruote, eppure il torneo è una vetrina molto importante per la nostra regione... Grazie all'offerta di campi tennistici per società della Svizzera tedesca in questo mese non abbiamo più un campo libero». È per questo che il Comitato ha iniziato una collaborazione con la Supsi. «Da febbraio fino a giugno tre studenti della facoltà di Leisure Management aiuteranno il tennis club a migliorare sostenibilità e fattibilità del torneo così da assicurare un passaggio da 60mila a 125mila franchi di montepremi in totale sicurezza», confida in conclusione indaffarato fra una chiamata e l’altra.