La 22enne ticinese disputerà le qualificazioni del torneo londinese. ‘Non ho mai giocato sull'erba, l'obiettivo è dare il meglio di me.’
Uno Slam dopo l'altro per Susan Bandecchi. Appena il tempo di smaltire le emozioni per la prima apparizione a un 'major' – il Roland Garros, dove ha superato due turni delle qualificazioni –, che per la ticinese è già il tempo di guardare al prossimo. La 22enne numero 220 della classifica mondiale cercherà l'accesso al tabellone principale del torneo forse più iconico del circuito: Wimbledon.
«Sarà il secondo Slam nel giro di un mese e pensare che giocherò Wimbledon, mi fa un effetto strano – ci dice Susan Bandecchi –. Sono tornei che sogni per una vita e quando ci arrivi ti dici “cavoli, ci sono”. Anche se si tratta ‘solamente’ delle qualificazioni; chissà cosa si prova, entrando nel tabellone principale». Quando alla partenza mancano poco meno di dieci giorni e l'erba tennistica più famosa è ancora a chilometri di distanza, la giovane ticinese è «contenta» di questo altro piccolo-grande traguardo, «perché ho lavorato tanto per riuscire a essere presente a questi eventi. Mi immagino però che a Londra sarà tutto “wow” e “bellissimo” e mi usciranno le molte emozioni; proprio come era accaduto a Parigi».
Unico neo è il fatto che, a differenza del Roland Garros, le qualificazioni non si disputano sugli stessi campi sui quali si svolge il tabellone principale. «Un po' mi spiace, perché atmosfera e fascino non saranno quelli dei campi che ho sempre visto in tv. Vorrà dire che ho un motivo ancora più forte per qualificarmi – aggiunge con una risata –; così da poter vedere veramente Wimbledon».
Per Susan Bandecchi giocare sull'erba sarà una scoperta. «Non l'ho mai fatto e dunque non so cosa aspettarmi. Avrei voluto partecipare a un torneo prima; ma vuoi per i tempi stretti, vuoi per le poche occasioni, ciò che rende i posti ambiti e alza il livello delle partecipanti, non ho modo di farlo». Si preparerà dunque a Milano, da dove è in programma che si sposti nei pressi di Brescia per qualche allenamento su un campo in erba; «giusto per capire la sensazione». Partirà alla volta di Londra giovedì 17, così da sbrigare le formalità legate al protocollo anti Covid, avere il tempo per ambientarsi e sfruttare la possibilità di allenarsi sui campi già dal venerdì 18; prima di entrare in scena martedì 22.
Sul tappeto inglese scoprirà se davvero, come «tutti mi hanno sempre detto», l'erba è una superficie ideale per lei. «Io preferisco il cemento, però ho imparato ad adattarmi a tutte le superfici e, in realtà, sulla terra (che, come dice il mio maestro, “ti fa ordine”) ho ottenuto dei buoni risultati. Non so dire se l’erba mi potrà piacere o meno. Cercherò di adattarmi il più possibile e vedremo cosa salterà fuori. Mi avvicino a questo appuntamento comunque abbastanza tranquilla, perché un po’ tutte le giocatrici si trovano nella medesima situazione: sull’erba si gioca due, tre settimane all’anno; perciò non ci saranno quelle molto esperte e quelle come me che non lo sono per nulla».
Dopo il turbinio di emozioni provate al Roland Garros, Bandecchi è andata a Grado per disputare un Itf 25'000. «Non è stato facile. Passare dal top del top, di nuovo a un torneo di questa categoria, per quanto organizzato molto bene e in un bel posto, è ovviamente un grande salto; sono proprio due mondi. A Grado avevo gli occhi puntati addosso: ho ricevuto tanti complimenti e diverse persone erano incuriosite di vedermi in campo, neanche a Parigi fossi diventata un’aliena. Sono però riuscita a giocare con la mente libera e durante i match ero tranquilla. Mi ha aiutata il fatto che sia un periodo in cui sono in fiducia». Partita con l'intento di andare più avanti possibile nel torneo, dopo due buone vittorie ha dovuto dare forfait per i quarti di finale a causa di un problema muscolare. «Penso fosse dovuto al sovraccarico. Negli ultimi tempi ho giocato tanto e avevo bisogno di fermarmi un attimo».
Dopo alcuni giorni di pausa, riprenderà ad allenarsi mercoledì in vista di Wimbledon da dove – dice – tornerà soddisfatta «se avrò dato tutto. Voglio sapere di aver fatto quello che potevo. Al Roland Garros non è stato al cento per cento così, per questo un po' di rammarico rimane. Dal punto di vista dei risultati è difficile dire quale obiettivo mi possa porre. Un percorso dipende da molti fattori, ad esempio quale tabellone capita; ma è chiaro che quando arrivi a questi tornei, punti ad andare il più avanti possibile. Cercherò di prepararmi al meglio e di dare tutta me stessa, poi vedremo. Certamente se riuscirò a qualificarmi, sarò felicissima».
A Parigi era giunta a un passo dal farcela: «Ed è ovvio che, anche se non ci si era posti delle aspettative, al momento in cui si intravvede la possibilità di farcela, beh qualche speranza cresce».