L'incidente occorso in campo a una guardalinee spagnola ha dato modo ai più beceri frequentatori della rete di sfoggiare la loro smisurata ignoranza
Nel sivigliano stadio Benito Villamarìn, l’altroieri è accaduto un incidente abbastanza grave che, per diverse ragioni, davvero invita a riflettere. Quando la sfida di Liga fra il Betis padrone di casa e l’Athletic Bilbao non era giunta nemmeno al quindicesimo minuto di gioco, uno dei guardalinee si è infortunato e ha dovuto essere sostituito nelle sue mansioni dal quarto uomo.
Di per sé, in un fatto del genere non ci sarebbe nulla di straordinario. Non è infatti così raro che, oltre ai giocatori, a farsi male siano anche gli arbitri: proprio nello stesso turno di campionato, ma in Italia, ben due direttori di gara (in Bologna-Verona e Lecce-Inter) hanno accusato guai fisici – una distorsione alla caviglia e un problema muscolare – e hanno dovuto abbandonare anzitempo il terreno di gioco.
A rendere inusuale l’incidente verificatosi in Spagna è stata la dinamica, davvero preoccupante, che ha portato al ferimento di Guadalupe Porras, per l’occasione assistente dell’arbitro Cuadra Fernandez. La signora, infatti, rientrando di corsa verso il centro del campo come fanno i guardalinee dopo che è stato segnato un gol, si è scontrata a tutta velocità contro un cameraman che, per raccogliere immagini più ravvicinate dei giocatori betici che festeggiavano l’autore della rete del vantaggio, era addirittura entrato sul manto erboso.
La donna, che non lo ha visto per il semplice motivo che il tizio in quella zona non avrebbe dovuto esserci, è purtroppo andata a sbattere il capo contro la telecamera, squarciandosi il volto, crollando a terra e iniziando ovviamente a sanguinare copiosamente.
Oltre al danno fisico, la guardalinee ha subito purtroppo anche la proverbiale beffa: per quasi un paio di minuti, infatti, nessuno è parso accorgersi di quanto le era occorso, e così lo staff medico del Betis ha impiegato un po’ più del dovuto prima di prestarle le cure necessarie. Lei, ripresasi dal comprensibile choc, avrebbe per la verità voluto continuare a svolgere il suo lavoro, ma le sue condizioni erano tali da indurre l’arbitro principale a chiedere che la collega venisse ricoverata in ospedale (dove le saranno applicati diversi punti di sutura e le sarà riscontrato un trauma cranico di una certa entità) e che fosse sostituita dal quarto uomo.
Lo scellerato cameraman, che ha detto di non essersi praticamente accorto di quanto accaduto, è stato dapprima redarguito dal direttore di gara, ma poi è stato addirittura espulso perché, non pago, qualche minuto più tardi si è fatto di nuovo pescare a riprendere immagini da dentro il campo, dando prova definitiva della sua – chiamiamola così – dabbenaggine.
L’accaduto, che come abbiamo visto è già piuttosto grave di suo, ha purtroppo suscitato – sui social – uno florilegio di commenti beceri che ha davvero dell’incredibile. Guadalupe Porras, infatti, invece di ricevere auguri di pronta guarigione e dimostrazioni di solidarietà, è stata sommersa di insulti e presunte battute che tali non sono.
Secondo un certo numero di utenti della rete, infatti, l’increscioso episodio di Siviglia non sarebbe stato provocato da un cameraman indietro di cottura e incapace di starsene al proprio posto, bensì dalla povera assistente dell’arbitro, che avrebbe come colpa peggiore il fatto di essere donna.
Alcuni fra i detrattori della sfortunata guardalinee – credendosi in possesso di un fine senso dell’umorismo unito a cognizioni d’arte medica – hanno spiegato l’accaduto sostenendo che a tradire Porras sarebbe stata la mancanza di visione periferica, difetto a detta loro tipicamente muliebre.
La maggior parte dei subumani in questione, però, è andata ben oltre, passando dal classico ‘ora finalmente se ne starà a casa a fare la sfoglia’ a tutta una serie di commenti a sfondo sessuale – oltre che sessista – che meglio di ogni indagine e di tutti i sondaggi demoscopici scatta la fotografia della tragica direzione imboccata da una certa fetta della società attuale, che in realtà è più simile a una deriva, data la totale impossibilità di correzione della rotta.