Nel team sprint dei Mondiali di Trondheim la 29enne compie una rimonta pazzesca, regalando alla Svizzera la seconda medaglia
Le ambizioni di medaglia c'erano, considerati soprattutto i risultati ottenuti nel corso dell'inverno, ma la concorrenza era ben equipaggiata. Anja Weber e, soprattutto, una straordinaria Nadine Fähndrich hanno però reso possibile l'impossibile. Sì, perché nel team sprint in tecnica classica dei Mondiali di Trondheim hanno conquistato uno splendido bronzo. Il secondo di questa rassegna iridata. Grazie a un'ultima tornata semplicemente perfetta della lucernese, già bronzo nello sprint individuale, la coppia ha infatti rimontato e in seguito bruciato la Finlandia piazzandosi sull'ultimo gradino del podio. Il titolo è invece stato un affare delle svedesi Jonna Sundling e Maja Dahlqvist, che hanno preceduto il duo americano composto da Jessie Diggins e Julia Kern.
Fino a pochissimi metri dal traguardo il binomio elvetico sembrava destinato all'ingrato quarto posto. Nel penultimo giro (di 1,4km) Weber non è infatti stata capace di mantenere il ritmo del trio di testa, accusando poco meno di sette secondi dal podio. Come accennato in precedenza Fähndrich ha dunque messo il turbo, scolandosi la salita conclusiva. Un ritmo infernale, tant'è che la 29enne ha raggiunto l'esausta Jasmi Joensuu compiendo il sorpasso nella curva a destra che immetteva sul rettilineo finale.
Si tratta della prima medaglia in una grande manifestazione (élite) per Weber, mentre per Fähndrich è la terza iridata – la seconda nello sprint a squadre –. Nel 2021 la 29enne aveva infatti già conquistato l'argento a Oberstdorf in compagnia di Laurien van der Graaff. L'ultima volta che Swiss-Ski aveva racimolato lo stesso bottino era stato nel 2013, quando Dario Cologna si era messo al collo un oro e un argento.
Poche soddisfazioni, invece, in campo maschile: Janik Riebli e Valerio Grond non sono riusciti a imitare le connazionali, dovendosi accontentare dell'ottavo rango a circa 27 secondi dal podio. Il sogno di medaglia è sfumato al quinto dei sei giri, quando l'obvaldese ha perso contatto dal gruppetto che stava inseguendo l'inarrivabile Norvegia. Norvegia formata da Erik Valnes e Johannes Høsflot Klæbo, impostasi come previsto in scioltezza. Quest'ultimo ha conquistato la sua quarta medaglia d'oro in questa rassegna. Una medaglia storica, visto che ha raggiunto il recordman Peter Northug a quota 13 titoli iridati. A spartirsi le rimanenti meraviglie sono dunque stati Finlandia, composta da Ristomatti Hakola e Lauri Vuorinen, e il binomio svedese Oskar Svensson-Edvin Anger.