Terzo sabato scorso a Dobbiaco, il 26enne obvaldese trova una valvola di sfogo nella vita da contadino
Lavorare all'alpe durante l'estate fa bene allo spirito, ma anche al fisico. Ne sa qualcosa Janik Riebli che sabato a Dobbiaco è salito per la seconda volta in carriera su un podio di Coppa del mondo. Così facendo, ha finalmente confermato il suo potenziale, dopo un'attesa che durava dal gennaio 2023, quando a Livigno aveva colto il terzo posto. Un risultato al quale aveva però fatto seguito un periodo difficile, tant'è che il 26enne obvaldese lo scorso inverno si era dovuto accontentare di un quarto e un sesto posto nel corso della tournée nordamericana.
Riebli, che proviene da una famiglia di agricoltori del canton Obvaldo, si è trasferito a Davos all'età di 16 anni per concentrarsi sulla pratica dello sci nordico. Nell'estate del 2023 ha investito più che mai nell'allenamento fisico, ma questo lo ha portato a una vera e propria crisi mentale: una volta arrivato l'autunno, l'elvetico si è sentito svuotato... «L'allenamento monotono da professionista non mi piaceva. Mi sentivo inutile e infelice. Mi mancava la possibilità di trascorrere l'estate sugli alpeggi – ha spiegato a Lenzerheide nel corso della conferenza stampa di inizio stagione –. Faccio fatica a reggere un ambiente votato esclusivamente allo sport, fatto solo di allenamento e recupero: per me è troppo noioso».
Ed ecco allora che la scorsa estate Riebli ha cambiato programma e ha deciso di trascorrere quasi un mese in montagna, in un alpeggio vicino a Glaubenbielen, sopra Sörenberg. Dedicarsi alla sua seconda grande passione gli ha permesso di liberare la mente... «Praticare l’agricoltura di montagna mi dà tantissimo, è ciò che mi permette di raggiungere un equilibrio di vita. Quando hai la possibilità di fare qualcosa per passione, quando in testa hai qualcosa che ti distrae e non soltanto tabelle d'allenamento, le energie si moltiplicano».
La vita del contadino, in modo particolare nei mesi estivi all'alpe, è già di per sè dura, ma Riebli non si è limitato alla mungitura, alla produzione di formaggio e all'accudimento del bestiame. Ogni giorno ha aggiunto due unità di allenamento alle quasi 14 ore di lavoro quotidiano. E lo ha sempre fatto con gioia e piacere: anche una passione può essere causa di affaticamento, ma malgrado tutto è sempre in grado di restituire grande vitalità. Inizialmente, Janik avrebbe dovuto trascorrere all'alpe soltanto qualche giorno, ma un collaboratore si è infortunato e per il 26enne fondista era fuori discussione lasciare la mole di lavoro tutta sulle spalle del padre. E l'esperienza è stata talmente positiva che Riebli ha già deciso di trascorrere in montagna anche parte dell'estate 2025.
Alcuni allenatori avrebbero senza dubbio delle difficoltà ad accettare la scelta dello specialista delle prove sprint, ma non è il caso di Eric Braten. Il quale non ha posto alcun veto sulla scelta del suo atleta, ciò che ha permesso a Riebli di riderci su... «Forse non era d'accordo, ma me ne ha parlato in inglese e la mia conoscenza di quell'idioma è molto limitata...».
Intrrogato in proposito, il tecnico norvegese si è dimostrato psicologo... «Se vietassi a Valerio Grond di andare a caccia nei Grigioni durante la prima settimana di settembre, lo renderei molto infelice. Lo stesso vale per Janik. Questo periodo in alpeggio è molto importante per lui. Gli darà una grande carica mentale».
Per l'elvetico, la prossima occasione per raccogliere i frutti di un'estate in montagna sarà il 3 gennaio nello sprint a stile classico in Val di Fiemme, sempre valido per il Tour de Ski.