Sci

Lara Gut-Behrami positiva al Covid e in isolamento

La ticinese dovrà saltare le gare di Coppa del mondo previste nel weekend a Val d’Isère e quelle della prossima settimana a Courchevel

17 dicembre 2021
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Non era riuscita la bruttissima caduta di domenica a St. Moritz a fermare Lara Gut-Behrami, ce l’ha fatta il Covid. Sì, perché la ticinese è risultata positiva al coronavirus. E come lei altri due membri della delegazione rossocrociata (uno dei quali secondo la Rsi sarebbe il papà/allenatore Pauli) che si trova a Val d’Isère per le prove della Coppa del mondo femminile (una discesa domani e un superG domenica). Lo ha annunciato Swiss-Ski, precisando come le tre persone dopo aver accusato leggeri sintomi influenzali hanno lasciato la Francia per rientrare in Svizzera, dove i test Pcr a cui si sono sottoposte hanno dato esito positivo. La 30enne cresciuta a Comano si trova quindi in isolamento e salterà sicuramente le prove del weekend, così come quelle della settimana prossima a Courchevel (due slalom giganti il 21 e 22 dicembre), mentre si spera possa rientrare per il gigante in programma a Lienz il 28 dicembre. Hanno per contro dato esito negativo i test effettuati su tutti gli altri membri della squadra elvetica presenti a Val d’Isère e che potranno quindi presentarsi al cancelletto di partenza.

Prima le rassicurazioni, poi l’assenza forzata

Pensare che Gut-Behrami, reduce come detto dalla rovinosa uscita di pista nell’ultimo superG in Engadina – il giorno dopo aver colto la sua 33esima vittoria in Coppa del mondo, aveva perso il controllo degli sci finendo prima nelle reti di protezione e poi oltre, nella neve fresca, salvo poi arrivare comunque al traguardo sulle sue gambe –, aveva rassicurato sulle sue condizioni dapprima a parole, e in seguito nei fatti, ottenendo giovedì l’ottavo tempo (miglior rossocrociata) nel primo allenamento di discesa sulle nevi francesi. Il giorno dopo però, la ticinese non si è presentata al via della seconda sessione di prova, giustificando la mancata partenza dicendo di non sentirsi bene. Un’assenza poi spiegata dalla positività al Covid.

Ricordiamo che la vincitrice della Coppa del mondo generale del 2016, tornata sui suoi migliori livelli in una scorsa annata che l’aveva vista chiudere seconda sempre nella generale, prima nella classifica di superG e ottenere tre medaglie (due d’oro) ai Mondiali di Cortina, a inizio stagione aveva fatto parlare per l’iniziale ritrosia a vaccinarsi, tanto da mettere in dubbio la sua presenza nella tournée in Nord America, dove le autorità statunitensi e canadesi richiedevano la vaccinazione completa per entrare nei rispettivi Paesi. La prospettiva di perdere punti pesanti nella lotta per il grande globo di cristallo, nonché la consapevolezza che anche per i Giochi olimpici di Pechino del prossimo febbraio la vaccinazione sarà richiesta a tutti gli atleti (a meno di effettuare una quarantena di tre settimane), hanno però convinto la ticinese, che dopo aver ricevuto le due dosi tra ottobre e novembre, a inizio dicembre ha effettivamente preso parte alle tre gare sulle nevi di Lake Louise (sarebbe partita anche la settimana prima nel gigante di Killington, ma è stato annullato a causa del maltempo). Ironia della sorte, lo ha fatto debilitata da una forte influenza, dalla quale si è ripresa una volta rientrata in Europa. Giusto in tempo per vincere, cadere rovinosamente e finire in isolamento.