Secondo nella scorsa Coppa del mondo dietro a Pinturault, il 23enne è pronto a tentare nuovamente l’assalto al grande globo nella nuova stagione
Inarrestabile. È la progressione di Marco Odermatt, uno dei più grandi talenti di sempre dello sci rossocrociato annunciatosi al mondo del Circo Bianco ai Mondiali juniores 2018 in quel di St. Moritz, dove si era laureato campione in tutte e quattro le discipline a cui aveva preso parte, ossia discesa, super-G, combinata e gigante (due anni prima a Sochi aveva già conquistato l’oro tra le porte larghe e il bronzo in super-G). Un’ascesa proseguita in Coppa del mondo con il primo podio ottenuto nel marzo 2019 a Kranjska Gora (terzo sempre nella sua prova prediletta, il gigante), la prima vittoria nel super-G di Beaver Creek nell’inverno successivo e in generale un costante avvicinamento alla vetta di ogni disciplina e di conseguenza della classifica generale, non raggiunta già nella passata stagione solo per merito di un Alexis Pinturault in stato di grazia (alla fine l’unico a precederlo, di 245 punti) e anche un po’ per colpa del maltempo che ha costretto ad annullare le prove veloci delle finali di Lenzerheide.
Come dire che con il destino (e con il francese) il 23enne del canton Nidvaldo ha un conto in sospeso che spera di veder saldato già nella stagione alle porte, al via tra poco più di due settimane con il consueto antipasto di Sölden (il 24 il gigante maschile, preceduto il giorno prima da quello femminile).
«Non mi nascondo, le attese per quest’anno sono ancora più alte e per questo potrebbe essere una stagione più difficile, ma non vedo l’ora di cominciare – ci confida Odermatt, che abbiamo incontrato la scorsa settimana a Dübendorf in occasione della giornata dedicata al ritiro del materiale per gli atleti di Swiss-Ski –. Questo giorno, nel quale riceviamo le nuove tute e tutto il resto, rappresenta ogni anno una sorta di campanello che mi fa dire “ok, tra poco si comincia davvero a fare sul serio”. Ed è sempre una bella sensazione, perché dopo tanto allenamento si ha voglia di tornare a gareggiare e vedere i frutti del duro lavoro effettuato. In questo senso pensare a Sölden (dove lo scorso anno aveva chiuso secondo alle spalle del norvegese Braathen, ndr) mi suscita molte emozioni, è sempre un appuntamento speciale in quanto appunto è il primo della stagione e proprio per questo non nascondo che un pizzico di nervosismo non manca mai, ma prevale comunque la gioia di tornare in pista».
Costretto assieme ai compagni di squadra gigantisti Loïc Meillard, Justin Murisier e Gino Caviezel a rinunciare, causa maltempo, agli ultimi giorni di allenamento a Diavolezza dopo aver comunque sfruttato i ghiacciai vallesani (Zermatt e Saas Fee) per allenarsi tra agosto e settembre, come arriva lo specialista delle porte larghe a questo nuovo inizio? «Direi molto bene, la salute mi ha accompagnato per tutta l’estate e ho potuto svolgere praticamente tutta la preparazione come previsto. Rispetto agli anni passati non ho cambiato molto, ho cercato di lavorare su tutti gli aspetti apportando qualche piccola modifica qua e là, ad esempio nella preparazione fisica (aumentando un po’ i carichi) e nel materiale, che non ho cambiato ma sviluppato. E i risultati sono soddisfacenti sotto tutti i punti di vista. Per quel che riguarda il confronto con i compagni di squadra, finora ognuno ha seguito la sua strada ed è andato al suo ritmo, di conseguenza qualcuno è andato più veloce e altri meno, ma è relativo. Quello che conta è che sono stati allenamenti proficui, poi nelle settimane che ancora ci separano dal debutto ci sarà modo di pigiare ancora di più sull’acceleratore».
Il confronto più atteso sarà quello con il citato francese Alexis Pinturault, anche se il nidvaldese non vuole ridurre la lotta per la generale a una sfida a due… «Quello con Pinturault è stato indubbiamente un bel duello e lo sarà ancora, almeno spero. Se nella scorsa stagione la conquista della generale di Coppa del mondo non è mai stata una priorità o un obiettivo per me, stavolta sarà diverso. Questo non toglie che a cominciare da Sölden dovrò prendere gara dopo gara e se tutto andrà per il verso giusto, se rimarrò in salute, se riuscirò a proporre buone prestazioni in tutte le discipline e a ottenere vittorie, allora la generale diventerà un tema concreto. In ogni caso non penso che sarà una lotta a due, ci sono più atleti che possono ambire a un ruolo di primo piano nella generale, a cominciare da Loic Meillard. Se dovesse riuscire a salire un ulteriore scalino e a ritrovarsi sul podio con più costanza, potrebbe diventare un cliente davvero pericoloso nella lotta per il grande globo, in quanto come Pinturault oltre al gigante può essere veloce anche in slalom e in super-G. C’è poi il ritorno di Kilde (trionfatore nella generale 2019/2020, lo scorso inverno il norvegese si era rotto il legamento crociato del ginocchio destro, ndr), che oltretutto dalla sua ha il fatto che ci saranno diverse prove veloci (18 come quelle tecniche, ma di queste ultime 10 sono slalom speciali, ndr). Per questo discorso, attenzione anche all’americano Ryan Cochran-Siegle, in particolare se dovesse trovare le giuste misure in gigante».
A proposito di misure, nella scorsa Coppa del mondo chiusa con nove podi (di cui 3 successi) Odermatt ha preso ancora meglio quelle delle prove veloci, con una progressione evidente tanto in super-G (secondo, come in gigante, nella classifica di specialità) quanto in discesa, disciplina che lo ha visto chiudere tre volte tre i migliori dieci, compreso sull’ostica Streif di Kitzbühel… «Effettivamente sono cresciuto molto nella disciplina regina e passo dopo passo, mi sono avvicinato ai migliori. Non è facile dire quale sia il mio livello in questo momento, anche perché durante l’estate è difficile trovare le condizioni per allenarsi al meglio nella velocità pura, ma la speranza è di riuscire a compiere quel passo che mi manca per salire sul podio anche in discesa».
Un podio che nello scorso inverno gli si è amaramente negato ai Mondiali di Cortina, ai quali era arrivato tra i grandi favoriti ma chiusi con la medaglia di legno proprio nella libera e l’eliminazione nella prima manche del gigante… «Di certo i Mondiali non sono andati come speravo ma devo dire che la delusione è passata piuttosto velocemente ed è rimasta la consapevolezza che mi è mancato davvero poco per ottenere qualcosa di importante. In super-G (11esimo, ndr) senza un grossolano errore sarei finito con i migliori, in discesa per quanto finire ai piedi del podio non è mai simpatico, ho comunque centrato il mio miglior risultato, mentre in gigante… beh direi che ho comunque imparato qualcosa, era il mio primo grande appuntamento al quale arrivavo tra i favoriti e mi tornerà sicuramente utile in futuro. Ad esempio mi ha fatto rendere conto dell’importanza di gestire al meglio ogni aspetto di una rassegna del genere, in particolare quando competi in più discipline. Se penso al gigante, a differenza di un Mathieu Faivre (laureatosi campione, ndr) che prima della gara ha potuto allenarsi solo in quella disciplina, io sono arrivato alla prova con due settimane di velocità nelle gambe e nella testa e non è stato facile. Inoltre quando l’impegno è su più giorni – se non settimane – è impensabile pensare di rimanere focalizzato ogni minuto di ogni giornata sull’aspetto sportivo, bisogna riuscire a staccare e a gestire le forze anche a livello mentale. Come detto questi insegnamenti mi torneranno utili, magari già in questa stagione».
A maggior ragione visto che si tratta di una stagione olimpica, con i Giochi che dovrebbero svolgersi nel febbraio 2022 a Pechino… «Le Olimpiadi sono ancora troppo lontane ed è ancora presto per pensarci, proprio per l’importanza che anche la Coppa del mondo riveste per me. Inoltre abbiamo ben poche informazioni su se e come si svolgeranno effettivamente i Giochi, nessuno di noi è stato lì e ha visto le piste, così come anche la neve che dovremmo trovare in Cina è ancora un’incognita. Di conseguenza come detto avrebbe poco senso iniziare già ora a pensarci, vedremo come evolveranno le cose».
Se ci sono ancora diversi dubbi da sciogliere sulle modalità di svolgimento della rassegna a cinque cerchi, compresi sulla presenza del pubblico (che di certo non potrà arrivare dall’estero), perlomeno in Coppa del mondo le stelle del Circo Bianco dovrebbero poter tornare a riabbracciare i propri tifosi… «Sarà bellissimo poter di nuovo correre davanti al pubblico, al quale come atleti vogliamo regalare emozioni ma che allo stesso tempo ci nutriamo dal calore e dalla passione dei nostri tifosi. Per quel che mi riguarda, ammetto che durante la gara non cambia molto in quanto sono focalizzato sulla pista e mi estraneo da quello che ci sta attorno, ma arrivare al traguardo e salire sul podio davanti a un folto pubblico è tutta un’altra cosa, mi è mancato tanto nella scorsa stagione».