La prossima edizione della Coppa del mondo sarà quella delle grandi distanze tra Usa, Canada e Messico
Il Mondiale in Qatar ha chiuso i battenti, tra successi e critiche distribuiti in egual misura. Una cosa, però, il torneo qatarino lo ha dimostrato: che la Coppa del mondo in autunno/inverno non rappresenta una follia irripetibile. Con un pizzico di buona volontà da parte dell’Uefa, i calendari sono stati aggiustati senza grossi inconvenienti e, per una volta, si sono visti in campo giocatori al massimo della loro condizione fisica (Messi sarebbe stato lo stesso se si fosse giocato a giugno?). E se nel 2030, come ci si auspica, il torneo finirà in Sudamerica per festeggiare il centenario, è auspicabile che la formula adottata per il Qatar venga riproposta. D’altra parte, tutto il mondo ha il diritto a godersi, di tanto in tanto, un Mondiale al sole, non soltanto chi vive nell’emisfero Nord.
Ma questa è storia del futuro, perché tra quattro anni si andrà in America. E se in Qatar si è giocato in un fazzoletto, nel 2026 le distanze saranno immense, tra Stati Uniti, Canada e Messico. Dopo tre decenni di Mondiali disputati a 32 squadre, quello oltre Oceano sarà il primo a 48, vale a dire vi prenderà parte quasi un quarto delle 211 nazioni affiliate alla Fifa. Un bel cambiamento dalle 13 Nazionali che accettarono l’invito di disputare la prima Coppa, nel 1930 in Uruguay, ma anche dalle 24 presenti proprio negli Usa nel 1994, quando la Svizzera si era riaffacciata sul palcoscenico internazionale dopo un’astinenza di 28 anni.
Per il momento, si sa che la 23ª edizione si disputerà con 48 squadre: per contro rimane da stabilire il format, in quanto la Fifa potrebbe dover piazzare un totale di oltre 100 partite, contro le 64 attuali. Il tutto, con l’aggiunta di spostamenti non indifferenti, visto che ad accogliere il Mondiale ci saranno, ad esempio, Vancouver e Toronto in Canada, Città del Messico e Guadalajara in Messico, New York, Miami, Los Angeles, Dallas negli Stati Uniti.
Chi beneficerà di più dell’aumento di 16 squadre sarà l’Africa che vedrà passare le sue rappresentanti da cinque a nove. E non c’era momento migliore per un simile cambiamento alla luce di quanto fatto dal Marocco in Qatar. Tre saranno i ticket in più a favore dell’Europa (da 13 a 16), il Sudamerica passerà da 4,5 a 6, mentre il Nordamerica, che qualificherà di diritto i tre Paesi organizzatori, scatterà dagli attuali 3,5 a 6 rappresentanti. Gli ultimi due biglietti saranno assegnati via spareggio. Resta da stabilire il format. La Fifa pensava a 16 gruppi da tre squadre (le prime due qualificate per i sedicesimi). Una formula che permetterebbe di mantenere lo stesso numero di partite per tutte le squadre (7 per le finaliste), per un totale di 80, ma con il rischio di "biscotti" tra due squadre in occasione del terzo turno. Il presidente della Fifa, Gianni Infantino, ha però affermato di voler modificare il format, in quanto in Qatar i gruppi da quattro squadre si sono dimostrati molto interessanti. Si potrebbe pensare a 12 gruppi da quattro, ma in tal caso il numero delle partite schizzerebbe oltre quota 100.
Nelle prossime settimane se ne potrebbe sapere di più. Per quanto visto in Qatar, l’ampliamento a 48 squadre potrebbe non essere dannoso per lo spettacolo, alla luce del fatto che anche le "piccole" hanno raggiunto un livello di gioco più che apprezzabile. Di sicuro, l’aumento porterà grandi benefici finanziari, con un budget record che la Fifa ha stimato in 11 miliardi di dollari per il prossimo ciclo quadriennale.