Il sangallese, quattro ori olimpici, si presenta per l’ultima volta alla rassegna a cinque cerchi. La prima a Nagano 1998: ‘Quasi un ricordo d’infanzia’
Simon Ammann è pronto a lanciarsi per la settima volta dal trampolino olimpico, stabilendo così il nuovo record di partecipazioni per un atleta svizzero ai Giochi, sia estivi, sia invernali. A quasi 41 anni il saltatore del Toggenburgo non può più ragionevolmente puntare all’exploit del 2002 e del 2010 quando centrò la doppietta con l’oro sia dal piccolo, sia dal grande trampolino. Ma ripercorriamo tutta l’avventura olimpica dell’“Harry Potter svizzero”, iniziando da Nagano 1998. In Giappone Ammann, non ancora diciassettenne, ottiene il trentacinquesimo posto dal corto trampolino e il trentanovesimo dal lungo trampolino. «È stato incredibile ritrovarsi lì a sedici anni, è quasi un ricordo d’infanzia».
Nemmeno a Salt Lake City 2002 Ammann si presenta con i galloni del favorito addosso, avendo da poco ottenuto il primo podio in Coppa del mondo (un secondo posto a Engelberg il 16 dicembre 2001), eppure, ad appena vent’anni, Ammann sorprende tutti e conquista due medaglie d’oro. Diventerà iconica la sua esultanza sul podio statunitense, sul quale si presenta con gli occhiali rotondi e il lungo mantello grigio, guadagnandosi l’appellativo di Harry Potter. «Un viaggio nel mondo delle possibilità illimitate – lo definisce il protagonista stesso –, mai avremmo pensato di poter sconfiggere i più grandi saltatori dell’epoca». Sullo slancio arriva anche la prima vittoria in Coppa del mondo, il 17 marzo a Oslo.
Nemmeno a Torino 2006 Ammann giunge con risultati altisonanti alle spalle, ma in questo caso i risultati confermano la tendenza poco entusiasmante, con il quindicesimo posto dal lungo trampolino e solo il trentottesimo dal corto trampolino. «Caddi nel salto di prova e fu una dura lotta per evitare che mi legassero e mi portassero via contro la mia volontà».
In vista dei Giochi di Vancouver 2010 il sangallese è costantemente nelle prime posizioni della disciplina. In Canada arriva così l’apoteosi con la seconda doppietta, prima dal corto trampolino, poi dal lungo. «Quello è stato il colpo da maestro che ogni buon atleta vuole compiere nel corso della sua carriera».
A Sochi nel 2014 Ammann si presenta con grosse ambizioni, ma si deve accontentare del diciassettesimo posto dal trampolino corto e del ventitreesimo sul lungo. «In un caso così sei un po’ a terra e devi fare attenzione a non abbatterti».
In avvicinamento all’appuntamento di Pyeongchang di quattro anni fa, Ammann conquista in gennaio a Bad Mittendorf, un terzo posto che coincide con quello che rimane tuttora il suo ultimo podio in Coppa del mondo. In Corea, Ammann deve poi fare i conti con una gara dal trampolino corto disputata in condizioni atmosferiche assai critiche, tanto che l’elvetico deve attendere diversi minuti in cima alla rampa e viene autorizzato a saltare solo a mezzanotte passata («Una lotta contro le condizioni esterne», la definisce). Ammann riesce comunque a ottenere un dignitoso undicesimo rango, completato dal tredicesimo sul trampolino lungo.
Si giunge così alla settima presenza di Ammann ai Giochi ai quali «sono molto felice di esserci e mi attendo delle condizioni particolari, come a Pyeongchang a causa del trampolino in altitudine e che quasi nessun saltatore conosce. Non ho mai pensato al record di partecipazioni, ma sono sorpreso di essere ancora qua. Il mio obiettivo è ottenere la miglior prestazione stagionale». Che al momento (in quella che è la sua venticinquesima stagione in Coppa del mondo) corrisponde al tredicesimo posto di Oberstdorf. A inizio stagione Ammann era peraltro stato vittima dello strappo di due legamenti di un piede. Tutto lascia intendere che questa sarà l’ultima esibizione a cinque cerchi (come ha egli stesso ammesso) di uno dei saltatori più vincenti della storia, Non è però del tutto escluso che decida di seguire l’esempio del giapponese Noriaki Kasai, presente in Corea a 45 anni per la sua ottava Olimpiade e tuttora in attività. In ogni caso Ammann non si ritirerà certo con dei rimpianti: «Per fortuna non ho mai sfiorato il podio, è più facile quando lo si manca di parecchio».
Ammann parteciperà inoltre con Killian Peier (che ha ambizioni di medaglia anche nel salto individuale), Gregor Deschwanden e Dominik Peter al concorso a squadre.
Prima però, domenica a mezzogiorno, mentre domani si disputano le qualificazioni, c’è la gara dal piccolo trampolino da affrontare. Per Ammann e Peter (al rientro da un infortunio al ginocchio) il primo obiettivo consiste nel qualificarsi fra i cinquanta partecipanti alla gara principale. Più ambiziosi invece Gregor Deschwanden e Killian Peier: il primo punta al diploma olimpico, dopo essersi classificato cinque volte in stagione tra la decima e la sedicesima posizione: «Voglio semplicemente realizzare due salti di alto livello. Tutti sognano ovviamente la medaglia, ma già il diploma è un obiettivo ambizioso» analizza il trentenne lucernese; chance ancora maggiori invece per Peier, sei volte in stagione nella Top-10 e bronzo ai Mondiali del 2019. Il vodese è entusiasta: «Il trampolino è fantastico, gigantesco: ci vuole un minuto per andare dalla stanza di chiamata alla piattaforma di salto. Sono contentissimo e voglio fornire la miglior prestazione possibile».