Il Tas ha respinto il ricorso della Federazione americana, che intende però esplorare tutte le strade possibili ‘affinché il punteggio sia corretto’
Jordan Chiles e Simone Biles che s'inchinano allungando le mani (a mo’ di abbraccio), quando sul podio – proprio, lì, in mezzo a loro – sale la brasiliana Rebeca Andrade. Un momento iconico e carico di fairplay ripreso da centinaia di televisioni, che tuttavia rischia di non rimanere impresso nei libri di storia. Sì, perché fra ricorsi e controricorsi la medaglia di bronzo del corpo libero rimarrà... alla rumena Ana Barbosu. Lo scorso 5 agosto, infatti, il punteggio di Chiles era ‘inizialmente’ stato valutato in 13,666 sinonimo di quinto posto. Ma la coach statunitense ha presentato reclamo e, in seguito alla revisione, i giudici hanno aggiunto un decimo di punto che ha portato la 23enne sul gradino più basso del podio.
La Federazione rumena ha però chiesto al Tas di controllare la procedura del ricorso e il Tribunale ha rilevato che l’allenatrice si è presentata al tavolo della giuria quattro secondi dopo il termine (un minuto) consentito dal regolamento. La rivalutazione è stata dunque cancellata, relegando di nuovo Chiles in quinta piazza. In seguito a queste modifiche il Cio ha imposto alla nordamericana, capace d'issarsi per la prima volta in carriera sul podio olimpico a livello individuale, di restituire il bronzo. E, ciò, non è piaciuto a Usa Gymnastics.
La Federazione americana è stata informata dal Tas che "le sue regole non permettono di riconsiderare un lodo arbitrale, nonostante l'assunzione di nuove prove decisive. Siamo profondamente amareggiati da questa notifica, ma continueremo a esplorare tutte le strade e i processi di Appello possibili (compreso il Tribunale federale svizzero) così da riassegnare il bronzo a Jordan", ha commentato Usa Gymnastics evidenziando che il ricorso di Cécile Landi è stato interposto trascorsi solo 47 secondi dalla pubblicazione del punteggio ufficiale. Ossia 13 secondi entro la finestra consentita.